Ho 15 anni, odio Facebook e i cretini da selfie

Anna non è iscritta a nessun social. «Stanno distruggendo i rapporti tra le persone»

»Instagram è anche peggio». «Preferisco i libri di carta e non parlatemi dei fissati dei selfie»

Anna. Ragazza semplice e riservata. Ha 15 anni e si sente un pesce fuor d'acqua. Figlia unica incompresa dai genitori e dai suoi amici. Chiusa nel suo piccolo mondo. Vive ad Avellino da più di 7 anni. Ma non si sente del posto. Si sente napoletana. Non le piacciono le persone che ci sono qui. Le definisce false e povere di cuore. Ma in generale, non ama la sua generazione.

«Mark Zuckerberg è un idiota», afferma Anna. Non ha Facebook. E non vuole averlo.

A prima vista, dà l'impressione di non voler parlare tanto. Ma basta poco per incoraggiarla e iniziare così a sparare a zero.

Non risparmia niente e nessuno. Ce l'ha con tutti.

Di certo il fondatore di Facebook non viene risparmiato.

«E' colpa sua se i rapporti tra le persone sono cambiati e peggiorati», dice con rabbia Anna. «A causa della sua invenzione, i miei amici non escono di casa». Non accetta per niente la realtà in cui viviamo.

Le conoscenze avvengono quasi solo tramite una chat. Una misera chat senza emozioni e sentimenti. E vogliamo parlare delle emoticon? Stupide faccine che hanno la finalità di esprimere il tuo stato d'animo. Guai se non li inserisci a fine frase. «Perché non sorridi oggi? Sei troppo freddo».

Ma tu non sei né arrabbiato e né nervoso. Semplicemente te ne frega di far sapere come stai su un computer.

Anna sottolinea anche il suo profondo odio nei confronti di chi posta le foto su Facebook. Non capisce la necessità delle sue amiche di mostrarsi su un social. Ricevere tanti mi piace per cosa poi?

Farsi conoscere probabilmente. Anche se una foto non dimostra come sei realmente. «Non trovo il senso di scattare un selfie», dichiara Anna. «La può vedere e commentare chiunque». E aggiunge: «Trovo sciocche e immature le mie compagne di classe che si eccitano quando un bel ragazzo mette piace alla loro foto». E' indignata. «Che senso ha tutto questo?»

Su un social network come Facebook è facile adescare ragazzine. Un profilo falso e belle parole in chat. E' tutto ciò che serve.

Ed è così che i 40enni ci provano con le 15enni. Ragazzine che si lasciano prendere in giro.

«La mia migliore amica credeva di parlare con un suo coetaneo e invece era più vecchio di lei. Poteva essere suo nonno». Afferma scandalizzata Anna. Per lei, non ha senso conoscersi su un pc. A maggior ragione perché è pericoloso. Non si può mai sapere chi c'è dall'altra parte dello schermo. Mai fidarsi.

Quando chiedo a questa ragazza cosa pensa delle mamme tecnologiche, lei cerca di trattenere a stento una risata. Le trova ridicole e senza una dignità. Hanno costantemente Facebook aperto. E' quasi un'abitudine postare il loro stato almeno tre volte al giorno. O condividere più link possibili. Ma ci vuole poco per arrivare da abitudine a ossessione. E la cosa peggiore è che gli ossessionati sono più i genitori che i figli. «Mia madre a volte si dimentica di preparare il pranzo perché deve prima rispondere ai commenti sotto le sue foto». Mi confessa Anna. «E' triste vedere come un tuo familiare si riduca così». E continua : «Non posso neanche riprenderla perché si innervosisce se non fa la sua visita giornaliera al suo profilo».

Mi racconta che le sue amiche la prendono in giro. La accusano di non essere alla moda. Insomma, se non hai Facebook, sei all'antica. Ma tutto sommato, le piace essere all'antica. Le piace distinguersi. Le piace leggere e guardare film. Da sola. Le sta bene la solitudine.

La preferisce a una vita virtuale come le sue coetanee. Si sente lo stesso speciale.

«Se esiste un social più inutile di Facebook, è Instagram», afferma Anna. Foto su foto senza alcuna utilità. Per non parlare dell'ultima moda del momento. Snapchat. Sta spopolando tra i giovani ma scatena l'ira di questa quindicenne anticonformista. «Con quest'altra stupidaggine, sembra sia carnevale tutti i giorni».

Inizia così a ridere e non la finisce più. Ma non è una risata di gusto. E' una risata amara. Non capisce più in che mondo siamo. Un mondo in cui la tecnologia ci controlla. Controlla le nostre azioni e cambia i rapporti con il prossimo. Per sempre.

 

Alessia Dello Iacono

(una studentessa che partecipa al corso di Ottopagine nell'ambito dell'iniziativa scuola/lavoro)