di Luciano Trapanese
Medici e infermieri in prima linea. Pronto soccorso come campi di battaglia. Luoghi di sofferenza, attese interminabili ed esplosioni violenza. In Campania, un po' ovunque. E del resto – proprio per questo – i medici napoletani hanno dato vita lo scorso anno ad una clamorosa forma di protesta, indossando sopra il camice un finto giubbotto antiproiettile.
Da tempo la situazione è fuori controllo. E da tempo si susseguono riunioni nelle singole prefetture, incontri, dibattiti, provvedimenti della Regione, la proposta di installare videocamere in corsia e sulle ambulanze. Tutto inutile. La situazione resta esplosiva. Anzi, peggiora sempre di più. Raggiungendo l'apice proprio nei periodi estivi.
Lo scorso anno nel solo ospedale Cardarelli si sono registrate 150 aggressioni a medici e infermieri. E i dati relativi all'anno in corso sono destinati ad abbattere ogni record. E non solo al Cardarelli. Nel 40 per cento delle violenze si registrano danni a cose e persone. Con grave rischio anche per gli altri pazienti in attesa.
Questa la cronaca degli ultimi giorni.
L'ultimo episodio ieri, a Napoli. Nell'ospedale di viale Colli Aminei. Un 26enne ha picchiato due medici della struttura al termine di una banale discussione.
Sette giorni fa a Pozzuoli, un medico e una guardia giurata sono stati pestati nell'antisala del pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria delle Grazie, da un 40enne. L'uomo era insieme alla compagna che doveva essere visitata. La lunga attesa lo ha evidentemente esasperato. Nella colluttazione, e prima di essere bloccato, ha anche tentato di sfilare dal fodero la pistola della guardia giurata.
Il giorno prima, sempre Napoli. Di nuovo la struttura di Colli Aminei. Due medici sono stati aggrediti con calci e pugni da un 26enne.
Quasi nelle stesse ore nel San Giovanni Bosco di Napoli, un altro episodio. Un uomo di Melito si è recato al pronto soccorso per un dolore al petto. Gli hanno detto di aspettare. E' andato su tutte le furie. Ha rovesciato una scrivania su una dottoressa e picchiato un medico.
Un salto a Salerno. Negli stessi giorni al Ruggi d'Aragona, un 25enne ha fatto il finimondo. Pretendeva prestazioni sanitarie e farmaci non dovuti, ha risposto con la violenza al no dei camici bianchi. Ha aggredito due medici e un infermiere prima di barricarsi in una stanza, minacciando chiunque tentasse di entrare. E' dovuta intervenire la polizia.
Questo è il resoconto degli ultimi casi. Ma episodi simili si sono verificati ovunque. Anche al Moscati di Avellino, a Benevento, a Caserta.
A rendere esplosiva la situazione sono sicuramente i lunghi tempi d'attesa. Dovuti, quasi sempre, ai tagli degli anni scorsi che hanno ridotto – e di molto – il personale medico e infermieristico. Oltre alla chiusura di numerosi centri ospedalieri e dei relativi pronto soccorso.
Centinaia di episodi, soprattutto le aggressioni verbali, non finiscono neppure sulle pagine di cronaca. Molti di voi – almeno quelli che hanno avuto la sventura di recarsi negli ultimi tempi al pronto soccorso -, avranno avuto modo di assistere da testimoni a liti e discussioni ai limiti della violenza. Molti ci hanno anche segnalato vicende simili. In alcuni casi ci sono state inviate foto. Situazioni che non dovrebbero mai verificarsi, soprattutto in un ospedale, e che segnalano in modo evidente il degrado della sanità campana.