De Luca: un bazooka contro i mariuoli della sanità

Durissimo intervento del Governatore: si ruba ancora, i ladri in galera.

Dito puntato soprattutto su Napoli e sulle complicità tra laboratori e medici di base.

 

di Luciano Trapanese

Nella sanità campana si ruba. Si ruba ancora, e tanto. Non sono chiacchiere da bar, anzi. Le ha pronunciate con tono stentoreo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Ha scandito le parole, durissime. Una condanna, e una promessa: «Qualcuno finirà in galera prima o poi. Io spero più prima che poi. Altro che lanciafiamme, qui ci vorrebbe ben altro». Il lanciafiamme evoca la frase renziana sul Pd (poi parzialmente ritrattata). De Luca non vuole essere da meno. E va oltre: forse pensa a un bazooka. Ma fuor di metafora guerrafondaia, la questione resta. Ed è grave. Si continua a mungere la sanità pubblica, anche se il deficit è imponente, c'è un commissario, e negli anni scorsi c'è stato un taglia taglia di ospedali e servizi per i cittadini. C'è sempre qualcuno – e non pochi – convinto che il pozzo sia senza fondo, che si può speculare, truffare, rubare con il denaro che dovrebbe garantire a tutti la possibilità di accedere alla cure mediche.

Nel mirino del governatore è finita Napoli. E non è una novità. Anche negli anni scorsi si era capito che era lì, «in particolare nella Asl Napoli 1», come ha dichiarato De Luca, che si verificano «anomalie». Beh, come detto: nulla di nuovo sotto il sole. Che nel capoluogo partenopeo microscopici laboratori di analisi fatturassero come un centro diagnostico si è sempre saputo. Ma non si è mai deciso di intervenire. Di verificare. Oltretutto ogni singola «anomalia» di quel tipo costa alla Regione (e quindi a tutti noi), decine di milioni di euro ogni anno. Sommate e tirate le somme.

De Luca ha spiegato anche il meccanismo dell'imbroglio: le prestazioni vengono gonfiate grazie a prescrizioni spesso non necessarie.

De Luca fornisce anche un esempio, emblematico. Ma l'andazzo, in alcune zone della Campania, è esattamente questo: «Un medico ha fatto più di 200 prescrizioni allo stesso laboratorio. Il valore di ogni prestazione è 800 euro, perché si tratta di indagini generiche, le più costose. Ci sono medici che continuano a compiere atti di una scorrettezza unica».

Sotto accusa anche quei medici di base collusi con alcuni laboratori. Una associazione a delinquere per fregare soldi pubblici. E provocare – come accade sempre di questi tempi – il blocco della prestazioni, perché sono finiti i fondi a copertura. De Luca ha assicurato che quest'anno il pericolo dello stop agli esami sarà scongiurato. Ma resta il tema centrale: perché la sanità deve continuare a essere ritenuta un bancomat per soggetti senza scrupoli e con le tasche da riempire in continuazione?

Il governatore ha assicurato il pugno duro (bazooka), ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo interessi fortissimi, gruppi di potere potenti e diffusi, una consuetudine a fregare i soldi dello Stato radicata da decenni. Ma se non si spezza questa catena del malaffare, la rivoluzione annunciata per la sanità campana rischia di restare lettera morta. E la sanità, così come l'ambiente e lo sviluppo, sono i nodi cruciali per il futuro della regione. De Luca potrà dire di aver mantenuto le promesse elettorali solo se riuscirà a dare concretezza al suo operato su questi tre punti. Nessuno gli chiede miracoli, ma una sterzata evidente, un cambio di marcia, un risanamento anche morale, sono indispensabili. O non si va da nessuna parte. O meglio, si va dritti verso un declino sempre più veloce.