Ciambriello: "Non va dimenticata la missione di Papa Francesco nelle carceri"

"Ha invocato sempre segni tangibili di speranza per coloro che vivono da reclusi e non da esclusi"

ciambriello non va dimenticata la missione di papa francesco nelle carceri

Il Portavoce nazionale della conferenza dei Garanti territoriali dei diritti dei detenuti, Samuele Ciambriello: "Papa Francesco ha fatto delle carceri e degli ultimi uno degli elementi centrali del suo Ministero".

"Papa Francesco nei suoi anni di apostolato ha fatto visita alle carceri di tutto il mondo, invocando sempre segni tangibili di speranza per coloro che vivono da reclusi e non da esclusi".

Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, nonché Portavoce nazionale della conferenza dei garanti territoriali, fa questa riflessione.

"Consentitemi questo doloroso e al tempo stesso, dolce ricordo. Papa Francesco non solo ha fatto del carcere e degli ultimi uno dei punti centrali del suo Ministero, ma ha certificato il suo impegno aprendo la Porta Santa nel carcere di Rebibbia, lo scorso 26 dicembre, trasformando il penitenziario in una Basilica.

In questi anni del Ministero le centinaia di visite nelle carceri, le lavande dei piedi annuali alle detenute e ai detenuti, sono stati per laici e cattolici uno stimolo non solo a rendere il carcere più umano, ma a liberarsi dalla necessità del carcere.

Appare chiaro, alla luce di queste tangibili testimonianze, che simili gesti, più volte da tanti potenti e da politici italiani ricordati, si debbano trasformare in atti concreti, attraverso un provvedimento trasversale che riconosca a tutti i detenuti un atto di clemenza nell' anno del Giubileo, attraverso un indulto o una riduzione della pena.

Tutto ciò, per essere coerenti con l'eredità morale, civile e religiosa che ci ha lasciato di Papa Francesco. Insomma, la politica, sul carcere tra il dire ed il fare ci deve mettere il coraggio e non il mare!".