Napoli e Campania, accoglienza migranti: ancora troppe criticità irrisolte

Lo studio di ActionAid: "Prevale ancora la logica dell'emergenza". Tutti i numeri

napoli e campania accoglienza migranti ancora troppe criticita irrisolte

Nessuna programmazione e gestione irrazionale: le revoche dell’accoglienza...

"La logica dell’emergenza, anche quando non esiste (gli accolti a fine 2023 sono solo lo 0,18% di chi vive in Campania, media inferiore a quella nazionale), guida l’approccio all’accoglienza fatto di prassi al limite della legittimità. Il circuito dei centri governativi continua a costituire l’ossatura del sistema e la Campania non fa eccezione: nonostante il dato sia superiore alla media nazionale (22,6%), anche in Campania le persone ospitate nel Sai - centri di accoglienza pubblici degli enti locali (3.298) sono solo il 32,5%". Comincia così lo studio di ActionAid e Openpolis a proposito dei migranti ospiti sul territorio regionale.

Guardando ai posti disponibili, Avellino (1029, il 51,35% del totale) e Benevento (543, 50,5%) fanno eccezione, con la maggioranza afferenti al sistema Sai. Ma nelle altre province prevalgono i Cas, centri di accoglienza straordinaria di competenza delle Prefetture: in quella di Salerno sono il 63,3% (1866 posti) del totale, nel napoletano quasi il 64% (2.187) e nella prefettura di Caserta si riscontra una media ben più alta di quella nazionale, quasi l’81% (1825 posti). 

Cifre e dati inseriti nel report “Accoglienza al collasso. Centri d’Italia 2024”. Analisi e piattaforma online che vuole fare luce su quanto accade alle persone richiedenti asilo e rifugiate in Italia, centro per centro, a partire dai dati ottenuti con richieste di accessi agli atti al Viminale.   

Anche in Campania crescono le presenze nei Cas minori

La Campania è seconda alla sola Sicilia per presenze di minori soli a fine 2023: 820 presenze tra Cas e Sai loro dedicati, il 12% circa del totale dei Msna ospitati nel sistema di accoglienza italiano. Crescono in modo particolare le presenze nei centri straordinari senza servizi garantiti che, assenti precedentemente, compaiono a fine 2022 con 70 Msna ospitati, che diventano 259 a fine 2023. Questi sono concentrati in particolare nella prefettura di Salerno (84 Msna), Caserta (67) e Napoli (47); il rimanente 23,5% si trova tra la provincia di Avellino (37) e quella di Benevento (24). La capienza media dei cas minori in Campania è piuttosto elevata (24 posti) e, oltre a un centro da 50 posti nella prefettura di Caserta, nella città di Napoli i 47 msna sono ospitati in un’unica struttura da 60 posti. Si tratta del più grande Cas minori d’Italia, gestito da una azienda, la Desi Srls, che nell’agosto 2024 ha chiesto di essere iscritta nell’elenco fornitori della prefettura di Napoli relativamente a “ristorazione, gestione mense e catering”. Non esattamente la specializzazione e la competenza che ci si aspetta nell’accompagnamento all’autonomia di giovani adolescenti. Parallelamente, nonostante un incremento considerevole del circuito Sai dedicato ai Msna, le presenze nel sistema diminuiscono rispetto al 2022: sono 561 a fine 2023. I dati mostrano quindi che la gestione irrazionale dell’accoglienza colpisce anche i minori soli. E, nonostante la Campania non abbia Msna inseriti in centri per adulti a fine 2023, mentre aumentano posti e inserimenti nei Cas minori, a fine 2023 si riscontrano ben 52 letti inutilizzati nei Sai loro dedicati della Regione, l’8,4% del totale. 

Arrivi limitati, ma centri sempre più grandi

Se è vero che le presenze nel Sai campano aumentano a fine 2023 di circa 550 unità, il sistema dei Cas quasi raddoppia passando da 3785 persone a fine 2022, a oltre 6820 alla fine dell’anno seguente. A fine 2023, la capacità del sistema straordinario locale vede un aumento di 3.147 posti. Complessivamente si contano, 7.074 posti disponibili nei Cas adulti (di cui il 30% concentrati nella città metropolitana di Napoli): se si considera anche una megastruttura da 342 posti nella prefettura di Salerno, quasi il 66% dei posti sono in grandi strutture. Complessivamente la regione ha la capienza media più alta d’Italia: 50,6 posti in media. I centri piccoli, mediamente di 16 posti, non raggiungono neanche l’8% del totale dei Cas adulti in Campania. 

La situazione critica della città metropolitana di Napoli

La città metropolitana di Napoli vede un incremento di 1000 posti nel circuito straordinario (per adulti e msna) che passa da 1186 a 2187, ma si contano complessivamente solo 5 strutture in più. A cambiare è il tessuto del sistema, fatto sempre più di grandi concentrazioni: due strutture piccole e una media sono sostituite da 8 grandi. I posti in centri piccoli diminuiscono da 43 a 9 (in un unico centro), mentre quelli in centri medi si riducono (da 254) a 211 (in 6 centri, in media da 35 letti). I soli ad aumentare esponenzialmente sono i posti in grandi strutture: da 889 (in 10 strutture) a 1967 in 18 strutture, con una capienza media di oltre 109 posti. Mentre i centri piccoli non arrivano a rappresentare neanche lo 0,5% dell’accoglienza straordinaria nel napoletano, i centri grandi costituiscono circa il 90%. Inoltre, quasi il 61% del sistema metropolitano dei Cas è gestito da soggetti for profit, chiaro segno dell’assenza di competenze e di un’accoglienza ridotta a mero albergaggio: 1.329 posti gestiti da Srl (da soli o in ATI) di vario genere, da agenzie viaggio a gestori di alberghi. Proprio uno di questi ultimi, la Gama Srl, gestisce oltre il 34% dei posti (458) in 4 strutture. 

Nessuna programmazione e gestione irrazionale: le revoche dell’accoglienza

A livello nazionale, i dati mostrano come in mancanza di una gestione razionale si tende ad aggirare il diritto ad un’accoglienza dignitosa, colpendo le persone migranti: da un lato si riempiono le grandi strutture fino a farle straripare e dall’altro si procede in maniera indiscriminata con le revoche dell’accoglienza, cioè si toglie il posto assegnato alle persone nei centri con prassi di dubbia legittimità. Se il fenomeno del sovraffollamento non viene riscontrato in Campania, l’uso delle revoche stupisce. Il sospetto è che, così come a livello nazionale, anche a livello regionale, le revoche siano servite per trovare posti liberandoli ad ogni costo: se nel 2022 le revoche sono state 1.790, nel 2023 il dato è quasi il triplo, 5.010 provvedimenti, mentre nei primi 9 mesi del 2024 siamo a 2.342.? A Napoli, quinta in Italia per numero di provvedimenti nel 2023, se ne è fatto un uso massivo. Il dato fa riflettere: 473 nel 2022, 1455 nel 2023 e 512 nei primi 9 mesi del 2024. Colpisce il dato di Caserta e Salerno: nonostante i soli 1.751 posti nei cas adulti del casertano e i 1.758 posti di Salerno nel 2023, nel medesimo anno sono stati presi rispettivamente 1.209 e 1.430 provvedimenti di revoca, una situazione che meriterebbe approfondimenti.  

A livello nazionale, al caos amministrativo e all’assenza di programmazione, la soluzione del Ministero è azzerare la trasparenza nella gestione dei Cas. In questo caso la Campania fa eccezione: nonostante un dato comunque rilevante, nel 2023 la regione è molto al di sotto del dato nazionale (71%) con il 30% di contratti per l’accoglienza affidati senza gara. In controtendenza rispetto al panorama italiano, inoltre, la percentuale di affidamenti diretti cresce fino al 33,3% nei primi 8 mesi del 2024 (anche in questo caso al di sotto del 40% rilevato a livello Paese).