"Apprendiamo, in queste ore, dei nuovi altisonanti proclami del Governo, e in particolare del Ministero della Salute, per porre un freno alla piaga delle liste di attesa, attuando un piano concreto che, ma noi vogliamo vederci chiaro, prevede addirittura di ridurre i fondi a pioggia destinati alle Regioni, per erogare direttamente le risorse agli ospedali, così da contrastare lungaggini e code per effettuare esami specialistici.
Per far fronte a tutto questo, maggiori risorse, appare inevitabile, dovranno essere investite sui professionisti sanitari che abbiamo già in casa, incentivandone il lavoro.
Si vocifera, come noto, da tempo, che il Ministero della Salute intende anche cancellare i tetti di spesa esistenti per i professionisti sanitari.
Ci aspettiamo, esordisce De Palma, da parte del Governo, provvedimenti finalmente efficaci, per evitare di acuire la crisi già profonda in cui è piombato il nostro sistema sanitario.
Ci chiediamo innanzitutto dove e in che modo saranno reperite le risorse per consentire di abbattere le liste di attesa: si è tanto parlato di un piano straordinario fino a 600 milioni di euro, che dovrebbe includere incentivi per medici e infermieri. Vedremo nei fatti se sarà così.
Vorremmo ricordare a questo Governo che abbattere le liste di attesa vuol dire, prima di tutto, incentivare economicamente e con adeguate risorse i professionisti che già operano nella sanità pubblica, e soprattutto è indispensabile prevedere un massiccio piano di nuove assunzioni, vista la carenza di personale con cui siamo alle prese.
Questo vuol dire non certo ingaggiare solo nuovi medici, perché sia chiaro, una volta per tutte, continua De Palma, che i primi a mancare all’appello sono gli infermieri, e i numeri in tal senso parlano chiaro. Lo conferma, in qualche modo, anche l’atto di indirizzo del comitato di settore, con il quale le regioni hanno dato indicazioni chiare sulle priorità da risolvere.
Gli infermieri sono ovunque, sono nelle sale operatorie per rendere attuabili gli interventi, sono nelle aree triage per gestire l’afflusso di pazienti nei pronto soccorsi, sono nei reparti nevralgici, e per finalizzare tutto questo non c’è solo bisogno di nuovi medici!
Inoltre la sanità territoriale vive una situazione di crisi profonda, in particolare legata alla realtà degli ambulatori e della gestione delle “long care” per i malati cronici e i disabili e le impellenti necessità di una popolazione che viaggia sempre di più verso l’invecchiamento.
Non sono di poco conto i recenti dati del Sicp, società italiana di cure palliative, che evidenziano, rispetto ai fabbisogni dell’assistenza domiciliare, che, per i malati cronici, in Italia, manca addirittura il 66% degli infermieri, essendo presenti solo 1500 unità rispetto alle 4550 necessarie.
Staremo a vedere se davvero questa volta il Governo intende dare una svolta alla nostra sanità malata, ricordandosi di mettere al centro del progetto anche i professionisti sanitari dell’area non medica!", conclude De Palma.