Il Viminale ha reso noti i dati relativi alle istanze presentate dalle imprese per i lavoratori extracomunitari subordinati, anche stagionali, da impiegare nel 2023. Su oltre 252 mila domande presentate in tutta Italia in occasione del “click day” organizzato dal ministero dell’Interno più di 109mila provengono dalla sola Campania, seguita dal Lazio che è secondo nella graduatoria regionale non supera quota 21mila, con Napoli nettamente prima tra le province.
Per quasi il 50% sono stati chiesti lavoratori bengalesi. Il settore che ha “più fame” di lavoro subordinato non stagionale è l'edilizia insieme al turistico/alberghiero e all'agricoltura: ben il 70,7% delle domande su base nazionale, con turismo-alberghiero e alimentare nettamente distanziati con percentuali di poco superiori all’8%.
Solo da Napoli e provincia sono state cliccate più di 27mila istanze per questa particolare tipologia occupazionale, 20mila in più rispetto a Roma e a Milano, mentre Salerno e Caserta che seguono nella specifica classifica sono rispettivamente a quota 5.699 e 4.753.
E' chiaro che senza manodopera regolare straniera, e nella fattispecie extracomunitaria, le imprese soffrono e guardano sempre più preoccupate al futuro. Il Decreto flussi prevede al massimo 82.705 quote (la metà delle quali destinata al comparto agricolo e al settore turistico-alberghiero) mentre associazioni di categoria e sindacati valutano in oltre 200mila unità la manodopera occorrente nei rispettivi settori.
L'agricoltura, campagne di raccolta iniziate, ma non ci sono operai
Le campagne di raccolta dell’ortofrutta e del pomodoro sono già iniziate. L'agricoltura assorbe la quota maggiore di istanze di lavoro stagionale arrivate alla piattaforma telematica del Viminale, ben 151mila. E anche in questo caso la Campania è largamente in testa tra le regioni con Napoli prima in assoluto con 40.513 domande tra le province, seguita da Salerno con 14.056 e Caserta con 12.993.
Ma ne occorrono di più. Coldiretti stima in 100mila lavoratori la manodopera mancante nelle campagne e lo stesso indica Confagricoltura, entrambe preoccupate delle possibili conseguenze sulla raccolta e sulle lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi. Ma tutti i settori indicati dal Decreto spingono da tempo perché i numeri dei lavoratori extracomunitari siano superiori a quelli previsti. Anche perché il decreto flussi in genere regolarizza le situazioni degli extracomunitari già presenti nel Paese in modo illegale e quindi, osservano imprese e associazioni datoriali, non porta all’effettivo accesso di ulteriore personale, lasciando ampio il divario tra la domanda di lavoro e l’offerta.