Corte dei Conti: "Autonomia? Sarebbe condanna. Pa? C'è paura di firmare atti"

L'inaugurazione dell'anno giudiziario e le analisi della sezione Campania

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 "C'è una 'paura della firma' da parte degli amministratori e dei dirigenti pubblici che deriva "dalla scarsa chiarezza della normativa" e che comporta rallentamenti e inefficienze. E' l'analisi della sezione Campania della Corte dei Conti fatta in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "L'amministratore e il dirigente pubblico sono preoccupati dal dover gestire vicende nelle quali sussistono dubbi operativi, il più delle volte derivanti dalla scarsa chiarezza normativa - si legge nella relazione del procuratore regionale facente funzioni, Gianluca Braghò - Le reali cause dei rallentamenti e dell'inefficienza amministrativa sono da ricercare nelle incertezze prodotte dalla normativa, dalla complessità procedimentale e organizzativa, che ostacolano l'agire del buon funzionario e non si dissolvono negando le responsabilità". 

"Non può essere minimamente pensabile che la soluzione dei problemi segnalati e degli squilibri territoriali possa venire da un'operazione di ingegneria istituzionale qual è quella dell'autonomia differenziata, il cui disegno di legge è stato da poco approvato dal Consiglio dei Ministri". Lo ha sottolineato in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania, Michele Oricchio. "Nella narrazione che ne fanno i sostenitori una maggiore autonomia delle regioni sarebbe in grado di migliorare l'efficienza di tutte le amministrazioni locali e troverebbe fondamento nel cosiddetto residuo fiscale - spiega - Si tratta di affermazione destituita di fondamento in quanto il sistema fiscale italiano è espressione di una geografia che non coincide con la geografia economica del Paese. Intere zone - in patente violazione dei principi sanciti dall'art.3 della Costituzione - sarebbero condannate a restare senza risorse a meno che non si provveda a determinare maggiori dotazioni finanziarie (ma con quali fondi?) per assicurare i livelli essenziali delle prestazioni. Non si comprende come si potrà sostenere il riequilibrio territoriale".