Ucraina, De Luca: "Favorire il dialogo, no ad alimentare tensioni"

"L'Italia fino a qualche giorno ha avuto una posizione timida"

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GUERRA UCRAINA - Dobbiamo favorire il dialogo e questo vuol dire avere misura nelle parole e nei comportamenti. Fino a qualche giorno fa l'Italia ha avuto una posizione perfino timida, prudente, adesso sembra che voglia essere la nazione più oltranzista. Dobbiamo mantenere la calma noi per primi, anche perché non vorrei che qualcuno ci ricordasse dalla Russia che 80 anni fa sono stati gli italiani a invadere l'Ucraina e la Russia, 200mila italiani insieme con le truppe naziste a partecipare a una campagna di invasione che ha prodotto fucilazioni di massa, sterminio e stupri di massa. Occorre sobrietà, per ragioni storiche ma soprattutto perché il compito che abbiamo oggi è favorire il dialogo. Favorire il dialogo significa non attestarsi su questioni di principio. Ogni Paese è libero di fare quello che vuole, in astratto è così. La Russia ha una responsabilità enorme per aver promosso un'aggressione militare, ma ricordiamo, al di là delle ondate emotive, che per tutti gli anni '90 c'è stato qualcuno in Occidente che ha teorizzato le guerre preventive. Ci sono state invasioni dell'Iraq, della Siria, dell'Afghanistan, della Libia, bombardamenti sulla Serbia, il più delle volte con l'obiettivo di portare in quei Paesi la democrazia. Alla fine il risultato prodotto è stato portare nuovi lutti e nuove distruzioni, e tutto meno che la democrazia. Stiamo attenti quando solleviamo questioni di principio, nessuno è senza colpa.

Bisogna favorire il dialogo tra Russia e Ucraina anche con le piccole cose. Io non so quanto sia utile per esempio interrompere rapporti sul piano della cultura con esponenti di questo mondo di nazionalità russa. Non so a che cosa serva, se anche sul piano della cultura, del teatro, dello sport, anziché favorire l'incontro, il dialogo, la distensione, favoriamo gli ultimatum. Non aiutiamo la battaglia per la pace ma la danneggiamo. Sono stato colpito dal fatto che si è impedito alle Paralimpiadi la partecipazione di atleti russi, cioè atleti disabili russi non vanno alle Paralimpiadi. Mi domando sinceramente cosa c'entrino gli atleti disabili russi con l'aggressione all'Ucraina, cosa dovrebbero fare? Non vorrei che aggiungessimo alla barbarie della guerra in Ucraina anche momenti di ingiustizia del tutto ingiustificati. Se rifiutiamo la collaborazione di un esponente musicale perché non parla della guerra in Ucraina, poi non possiamo chiedere di venire alle Olimpiadi in Italia esponenti magari della Cina popolare, dimenticando che la Cina popolare ha adottato nei confronti della popolazione uigura in Cina politiche di repressione inimmaginabili. Stiamo attenti a non scivolare sul piano delle semplificazioni o della demagogia, magari con le migliori intenzioni. Non è così che aiutiamo i cittadini ucraini che sono sotto le bombe e rispetto ai quali l'esigenza è il cessate il fuoco, non le questioni di principio che si faranno dopo.

Abbiamo dato la massima disponibilità ad accogliere profughi ucraini, abbiamo già oggi in Campania decine, centinaia di profughi. Ma dobbiamo fare attenzione a un aspetto del problema: dobbiamo garantire che sul piano sanitario non ci siano diffusioni di contagio. Purtroppo sia in Russia che in Ucraina la popolazione vaccinata contro il Covid è del 35%. Molti profughi non sono vaccinati. Quindi nel momento in cui, come è doveroso, apriamo le braccia ai profughi, dobbiamo anche sapere che dobbiamo stare attenti. I profughi che raggiungono la Campania dovranno osservare una quarantena temporanea e fare i tamponi. Metteremo in campo una campagna di vaccinazione, dobbiamo evitare il rischio che si accendano focolai di contagio o arrivino varianti che non conosciamo.

E' importante la decisione dell'apertura di corridoi umanitari, ma la priorità che abbiamo ora è il cessate il fuoco. Io, però non credo che lo avremo a brevissimo. La situazione in Ucraina va aggravandosi e le immagini che arrivano sono drammatiche, ci auguriamo che mentre si sviluppano azioni militari ci sia anche qualcuno che lavori ad una diplomazia sotterranea, continua il governatore per il quale il compito che abbiamo non è quello di alimentare le tensioni, le tifoserie ma è quello di favorire, in qualche caso anche con i silenzio, un clima di ripresa delle iniziative diplomatiche.

L'allarme della Regione rispetto alle case di comunità, 169, che dobbiamo realizzare. Ad oggi nessuno ci ha detto con quale personale teniamo aperte e gestiamo le case di comunità. Francamente è una situazione incredibile voglio ripetere in maniera chiara che se non si decide qual è il personale da assumere nella sanità pubblica, l'ipotesi di aprire le case di comunità resta sulla carta e rischia di rimanere una iniziativa propagandistica senza nessun risultato pratico.

COVID - La prossima settima riapriremo i reparti che erano stati chiusi per ospitare i malati di Covid. La situazione, in merito al contagio, è sotto controllo, ci sono tutte le condizioni per riaprire le attività ordinarie che in questo periodo erano state sospese.