Milano: sono troppi i terreni coltivati a canapa sativa?

Gli shop dedicati alla cannabis sono soggetti a leggi severe

Dopo il grande successo verificatosi in fase di partenza, il business della cannabis legale sembra avere rallentato la sua corsa, con una certa e giustificata preoccupazione da parte dei coltivatori di Canapa Sativa, che si trovano a dover gestire una produzione ormai destinata a superare le richieste del mercato.

Nel momento in cui la legge, nel 2016, ha consentito il commercio al dettaglio dei derivati della marjiuana light, vale a dire con contenuto in sostanze psicotrope (THC) inferiore allo 0,2%, i negozi specializzati in questo tipo di prodotti si sono moltiplicati a dismisura, con conseguente incremento delle coltivazioni di Canapa Sativa, una delle varietà di cannabis la cui percentuale di THC rientra nel range consentito.
È bene ricordare anche che la legge permette la vendita di cannabis a minimo contenuto di THC unicamente sotto forma di derivati o semilavorati, mentre ne è comunque vietato l’uso tramite processo di combustione.

Oggi, a distanza di due anni, in parte per le norme legislative più severe e in parte per la forte concorrenza, la crescita dei negozi dedicati alla cannabis legale non solo si è fermata, ma non sono pochi ad avere cessato la propria attività. A svantaggio dei coltivatori di Canapa Sativa, i quali per la maggior parte hanno destinato la propria produzione esclusivamente, o quasi, a questo tipo di commercio.

Solo per la Lombardia si parla di oltre 150 ettari di terreno impiegato per questo tipo di coltivazione: l’impossibilità di coltivare altre varietà di canapa più richieste dal mercato e la chiusura di numerosi negozi dedicati alla cannabis stanno inevitabilmente causando seri problemi ai coltivatori. Naturalmente, prodotti legali e di ottima qualità sono sempre disponibili in rete: cercando per esempio sui motori di ricerca “marijuana light milano” si verrà indirizzati verso i migliori shop online autorizzati.
Si raccomanda comunque di conservare sempre sia la confezione originale, sia la ricevuta di pagamento, per attestare, in caso di controllo, che si tratta effettivamente di un prodotto acquistato per uso personale.

Quali sono le alternative per l’utilizzo della canapa

Come si è detto, i coltivatori di Canapa Sativa italiani non stanno vivendo uno dei migliori periodi, considerando che la richiesta da parte dei rivenditori non solo ha smesso di crescere ma ha addirittura subito un decremento.

Infatti, gli shop dedicati unicamente alla cannabis sono soggetti a leggi severe che rendono questo tipo di attività difficile da portare avanti, e di conseguenza poco appetibile da parte di commercianti e imprenditori.

Purtroppo, a fronte di una ricca produzione di canapa, il mercato potrebbe ulteriormente decrescere, con risultati poco vantaggiosi per chi ha scelto di coltivare questa pianta. A tale problema si aggiunge inoltre la legge italiana, che ammette solo la coltivazione di alcune determinate varietà di canapa, mentre per quelle più richieste dal mercato non è consentito.

Per far fronte a questo problema, l’unica soluzione potrebbe essere quella di destinare la cannabis ad altri utilizzi, e non solo alla vendita di infiorescenze o alla produzione di tisane e semilavorati per utilizzo privato e personale.

I produttori di cannabis light, per poter proseguire nella loro attività, dovrebbero orientarsi verso il settore industriale, dove la canapa può essere impiegata con successo in diversi contesti: dal settore tessile, alla produzione di materiale da costruzione, alla bioplastica, al settore chimico e cartario, alla produzione di cosmetici.

La canapa trova impiego anche nell’industria alimentare per produrre tisane e infusi, olio e farina. Le occasioni sembrano non mancare, sia per gli agricoltori che per l’industria, che potrebbe a sua volta trovare in questo cambiamento del mercato un motivo di riconversione e di sviluppo.

Per poter sfruttare totalmente le opportunità offerte dalla canapa sarebbe infatti necessario che i produttori si associassero in consorzi per poter fornire una maggiore quantità di materia prima, e che le industrie si impegnassero a modificare gli impianti per utilizzare la canapa in maniera adeguata e raggiungere ottimi risultati.