Borsa e profitti: come si calcolano?

Tutte le variabili che possono incidere sui profitti dipendono dal broker che si utilizza

Chi vuole entrare in borsa per fare investimenti finanziari si pone sempre una domanda: come si calcolano i guadagni? In effetti non c’è trader che non se lo chieda visto che è quella la molla principale che spinge a investire. Tuttavia, pochi sanno che nel trading online di borsa la cosa più importante per guadagnare è realizzare plusvalenze.

Per plusvalenza si intende la cessione di un prodotto a un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto. Quindi per prima cosa, se si intende schiarirsi le idee sul potenziale di profitto è necessario imparare a calcolare le plusvalenze e in tal caso bisogna tenere presenti diversi fattori.

Tutte le variabili che possono incidere sui profitti dipendono principalmente dal broker che si utilizza, perché sarà il broker stesso a stabilire lo spread, la leva finanziaria e molte altre cose che alla fine determinano quanto finisce nelle tasche degli investitori. Per finire la ciliegina sulla torta sono le tasse da pagare al fisco, che se si realizzano plusvalenze si pagano sempre a cuor leggero!

Il concetto di plus e minusvalenza

Operando in borsa si realizzano plusvalenze quando il prezzo di chiusura di un’operazione è superiore al prezzo di apertura. Mentre si rischia di realizzare minusvalenze quando il prezzo di chiusura è inferiore al prezzo di apertura.

Quando invece si fanno investimenti con i CFD e si aprono anche posizioni di vendita allo scoperto bisogna considerare il meccanismo opposto. Si fanno plusvalenze quando il prezzo di chiusura è inferiore al prezzo di apertura e si realizzano minusvalenze nel caso contrario.

Tutti questi concetti cardine dell’attività di investimento in rete vengono chiariti anche da un sito ufficiale di guida per il trading online in borsa, stiamo parlando della Guida Completa di InvestireInBorsa.me.

Ma per capire meglio questo meccanismo sarà il caso di fare un esempio pratico. Se per esempio si è investito 20 mila euro per comprare 10 mila euro di azioni Microsoft a 4 euro l’una, per poi rivenderla a 4,40 euro ciascuna il profitto lordo di questa operazione sarà del 10% di quanto investito, quindi l’incasso finale sarà di 2000 euro.

Le commissioni abbattono i profitti

Quando si fa trading di borsa sia online sia offline il problema principale per ogni trader è quello delle commissioni. Soprattutto le banche sono famose nel settore per il fatto di imporre commissioni abbondanti e fastidiose per chi fa questo mestiere. Al contrario i broker di trading online in genere riescono a tenere bassi i costi perché per gestirsi hanno spese minime.

In questo momento le commissioni per il trading online si aggirano intorno allo “zero virgola” ciò significa che si possono avere commissioni dello 0,1 o dello 0,2% e cos’ via. Questo comporta il pagamento di una somma pari a quella percentuale sul capitale investito. Ad esempio se si dovesse investire 5000 euro e la commissione prevista è dello 0,5% significa che si pagano 25 euro per aprire la propria posizione di trading.

Il discorso tasse

Qualsiasi sia il mezzo usato per fare negoziazioni esiste il problema del pagamento delle tasse che per fortuna non è rilevante come si pensi ma comunque esiste. In questo momento l’aliquota per le rendite finanziarie ammonta al 26 per cento.

Ad esempio se si prende un guadagno di 1000 euro bisognerà cederne il 26% allo stato il che significa dover corrispondere 260 euro in fase di dichiarazione dei redditi. Per quanto non si tratti di una cifra esigua è importante ricordare che ci sono settori dove si impongono pagamenti molto più importanti di questi per questo chi fa trading online in genere non si lamenta molto delle aliquote italiane.