Al Sud dobbiamo pensare noi del sud, partendo dall’ambiente

Nel tempo di mezzo, la strada maestra è recuperare il rapporto terra, aria, acqua

Siamo fantasmi. Ci agitiamo in un tempo che ci è dato ma che non capiamo.

Siamo inadeguati. Il più delle volte soli. Viviamo in una terra di mezzo, che è una cosa e anche il suo contrario, in un disordine che libera maghi e fattucchiere, ognuno vendendo qualcosa: un rimedio, un sogno, una possibilità.

Siamo figli del Novecento che abbiamo divorato: distruggendo e ricostruendo.

Creando luoghi-mostro, dove lavorare. Puntare alla quiete diffusa ha scatenato nuove terribili malattie: con il benessere abbiamo distribuito morte per noi e per l'ambiente.

Bagnoli prima, l'Isochimica dopo, oggi Terra dei fuochi e i fiumi lordi del nostro ciarpame: ogni posto un grano d'un rosario che vediamo soltanto dopo, che capiamo soltanto quando è troppo tardi.
Sappiamo che dobbiamo uscirne, ma non abbiamo ancora gli strumenti per farlo. E intanto gli altri, quelli che neanche l'illusione hanno trovato sulla loro strada, ora hanno capito che camminare può essere una scelta.

E loro camminano e non si fermano. Prendono il mare e non si fermano. Bussano e noi vediamo le loro mani come clave inopportune alle nostre porte, a difesa dei giardini lindi e pinti che sempre, sempre dobbiamo recintare, difendere.

Ci siamo impantanati. Aspettiamo, come duemila anni fa, un nuovo Messia. Ma non ci sono terre promesse. Di tanto in tanto crediamo di averlo incocciato, con una bandana bianca, una arancione, con un vaffanculo, con il volto sbarbato di “nu bravo guaglione”.

Abbiamo dato per buone le felpe perché non assomigliavano a camicie nere, come se ai pensieri cattivi si potesse dare un colore, come se alla pelle diversa si potesse dare una colpa.

Seguiamo le nostre scie chimiche, chi pensando a utili comete, chi a piani pericolosi orditi chissà dove.

Rimbalziamo tra un tweet di Trump e una sparata di De Luca: pensiamo di poter contare anche se viviamo tra vicolo Stretto e vicolo Corto, mentre Parco della Vittoria è aperto sempre e solo per gli stessi.

Dobbiamo cambiare. Recuperare la nostra aria. Curare la nostra acqua. Rispettare la nostra terra. Troveremo il modo. Al Sud ci pensiamo noi del sud. Se va male, ci accontentiamo dell'ammuina.

Buon 2019.

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