Costi iniziali e fissi per le imprese italiane: quali sono?

Prima di avviare un’impresa informatevi sulle uscite che dovrete affrontare

Uno dei fattori che più incidono sull’impresa italiana sono i costi. Prima di avviare un’impresa chi è interessato a farlo deve anzitutto informarsi sulle uscite che dovrà affrontare. Non a caso questo aspetto spaventa non poco chi si appresta a realizzare i suoi progetti attraverso una SRL o simili, ma non sono solo i costi iniziali a far paura, perché ci sono da considerare anche una serie di costi fissi.

Sui costi c’è una grande confusione, c’è chi dice che ci vogliano poche centinaia di euro e c’è chi sostiene che ce ne vogliano migliaia, ma è chiaro che in questa situazione bisogna fare chiarezza. Tuttavia, in questo marasma di confusione una cosa è certa: impossibile iniziare un’attività con una somma inferiore ai 500 euro.

Chi non ha esperienza in questo campo deve per prima cosa fare un business plan e pianificare ogni aspetto della nascente azienda, inserendo tutte le voci di spesa al suo interno. Tutto questo faciliterà il compito della fondazione di una nuova società o potrà migliorare la gestione di una società esistente.

Quali tipi di impresa sono le più semplici?

In Italia esistono 2 tipi principali di imprese quella “individuale” e la SRL, la società a responsabilità limitate. Vediamone le caratteristiche in breve:

- Attività individuale: si tratta di un’impresa a soggetto unico ed è semplice da aprire in quanto non bisogna nemmeno rivolgersi al notaio, con una notevole riduzione dei costi. Per aprire ditta individuale non servono che richieste di licenze e l’apertura di partita IVA, insieme all’iscrizione alla Camera di Commercio.
- Attività SRL: la SRL è leggermente più complicata perché serve redigere un atto costitutivo e uno statuto e bisogna versare il capitale sociale, per questo serve la presenza di un notaio con relativi costi. Per avviare l’impresa poi servono 309 euro per la bollatura dei libri sociali. Per la SRL inoltre sono necessari 10 mila euro di capitale minimo.

La registrazione del marchio: un costo in prospettiva

Un passo importante per ogni azienda che intende crescere ed espandersi seriamente è la registrazione del marchio. Inizialmente potrebbe non essere necessario registrare il marchio, soprattutto se la propria impresa resta di respiro locale, ma nel momento cui si inizia a crescere registrare il marchio è una necessità concreta.

All’interno delle spese aziendali dunque dovrà essere inserito anche il costo della registrazione del marchio che oscilla tra i 300 e i 600 euro. Sebbene possa sembrare una spesa esosa e difficile da sostenere, in prospettiva futura è molto importante tutelarsi attraverso la registrazione del marchio, altrimenti c’è il rischio che qualcun altro si appropri degli sforzi portati avanti per far crescere e conoscere il suddetto marchio.

Costi di gestione aziendale fissi

I costi fissi di gestione sono quelli dovuti ai dipendenti, se presenti, poi ci sono gli eventuali costi di affitto e logistica come l’acquisto di materie prime. Ci sono poi i costi dei bolli e delle marche, la tenuta del conto bancario e poi le spese di contabilità: il commercialista può chiedere un onorario tra gli 800 e 1200 euro e oltre.