Due vite al servizio della medicina e ricerca scientifica

Puglia e Campania celebrano due scienziati al servizio della medicina

Puglia e Campania celebrano due scienziati al servizio della medicina. Ad Accadia con i Rettori di Roma Napoli e Foggia il ricordo di Domenico e Gaetano Salvatore

Un prestigioso istituto di ricerca scientifica come il Biogem dedicato alla sua memoria, un prestigioso premio internazionale dell’Accademia dei Lincei dedicato al suo impegno scientifico e due strade a lui intitolate in due diverse regioni italiane (Puglia e Campania) sono alcuni dei tanti segni del grande spessore di Gaetano Salvatore.

Scienziato di fama internazionale per i suoi studi sulla fisiopatologia della tiroide Gaetano Salvatore, origini accadiesi e natali napoletani, è stato tra i pilastri della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, direttore del Centro di Endocrinologia e Oncologia sperimentale del CNR e presidente della Stazione Zoologica di Napoli. Ma soprattutto è stato un cervello italiano molto apprezzato all’estero dove, senza mai lasciare del tutto l’Italia, ha collaborato per lunghi anni al College de France di Parigi, al National Institutes of Health di Washington, all’Accademia di Medicina Finlandese e al Comitato della CEE per la formazione medica a Bruxelles.

A vent’anni esatti dalla sua scomparsa domenica 25 Giugno alle ore 10.30 nella sala convegni del Comune di Accadia, la sua città d’origine lo celebra con una conferenza di studi dedicata al “Futuro della medicina”.

Una celebrazione ideata dalla Fondazione Salvatore su impulso degli scienziati Marco e Franco Salvatore ed ancor più speciale perché mette insieme il ricordo del loro fratello maggiore, Gaetano, con quello del padre, Domenico Salvatore, scomparso esattamente cinquant’anni fa e capostipite di quella che sarebbe diventata negli anni una famiglia di grandi studiosi di medicina apprezzati in tutto il mondo con Franco Salvatore fondatore trent’anni orsono di un prestigioso Centro di Ricerca in campo genetico come il CEINGE e con Marco Salvatore fondatore oltre quarant’anni fa del primo IRCCS italiano a carattere diagnostico: l’Istituto di Ricerca SDN di Napoli.

Per celebrare il ricordo e le imprese scientifiche di Domenico e Gaetano Salvatore domenica si ritroveranno ad Accadia i Rettori dell’Università di Foggia, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, Maurizio Ricci, Lucio d’Alessandro e Giuseppe Novelli e un grande studioso di cultura e storia delle scienze mediche: il chirurgo Gennaro Rispoli, curatore del patrimonio storico sanitario delle Asl di Napoli.

Un asse quello tra Puglia e Campania che ha, infatti, segnato la vita dei Salvatore così come ha segnato la storia di Accadia che fino al 1927 (esattamente cento anni fa) era un paese della provincia irpina. Da Accadia era partito dopo la prima guerra mondiale proprio Domenico Salvatore, il papà di Gaetano, Franco e Marco. Destinazione Napoli, Facoltà di Medicina, quella che sarebbe divenuta una passione di famiglia. Lui era un ragazzo del ’99, così come furono chiamati allora i nati nel primo quadrimestre del 1899, coscritti negli elenchi di leva ancor prima di diventare maggiorenni per essere inviati prontamente al fronte. Medaglia al merito nella battaglia sul Piave contro l’esercito austro-ungarico, Domenico Salvatore era tornato dal fronte con la vocazione alla medicina nella testa. Una vocazione diventata storia di famiglia al servizio del Paese e della comunità scientifica internazionale e sempre accompagnata da una grande inclinazione alla promozione culturale.

E domenica ad Accadia ad aprire la conferenza ci saranno, insieme con Marco e Franco Salvatore, l’europarlamentare Elena Gentile, membro della Commissione per la sanità pubblica dell’Unione Europea e il sindaco di Accadia, Pasquale Murgante che due anni fa aveva dato avvio ai riconoscimenti alla famiglia Salvatore con la concessione della cittadinanza onoraria agli scienziati Franco e Marco Salvatore. Una cittadinanza honoris causa perché “il nome e la cultura di una città si diffondono nel mondo anche e soprattutto attraverso le azioni dei suoi “figli” più illustri”.