Noi schiave del sesso: costrette a venderci ai vostri mariti

Le vittime aumentano. Anche il business della prostituzione. Sulla pelle di centinaia di ragazze.

La Piana del Sele, ma non solo. A est di Salerno la notte si apre il mercato del sesso a pagamento. Una tragedia vissuta sulla pelle di tante ragazze, anche minorenni. E sotto lo sguardo impotente delle istituzioni.

Ragazzine vendute dalla madre (a Castel San Giorgio). Giovanissimi che uccidono una prostituta: aveva rifiutato un rapporto a tre (a Pagani). Sullo sfondo i drammi di Alina e Mariana, di 34 e 19 anni, lucciole della notte salernitana, spente a colpi di pugnale. Per sempre.

Gli assassini di Gorizia Coppola, 44 anni, sono due clienti. Quelli che hanno massacrato Alina Roxana Ripa sono due protettori albanesi. E forse sono dei protettori anche quelli che hanno ucciso Mariana Szekeres. Storie diverse e simili. Storie di carne da macello. Ragazze arrivate in Italia – le ultime due – per inseguire il sogno di una vita migliore e finite a battere sulla Litoranea, insieme a decine di donne dell'Est e a tante altre nigeriane. Schiave del sesso. Piegate con la violenza e i ricatti a concedere un piacere finto e frugale. Quei clienti, padri di famiglia, che subito dopo tornano come niente fosse a casa dai figli e dalla moglie.

E' una tragedia senza fine. Che si ripete ogni notte, nonostante gli omicidi. O le decisioni dei sindaci, come quello di Eboli: ha scelto la linea dura. Per clienti e prostitute. Un pugno di ferro che durerà inevitabilmente solo qualche giorno. Non c'è personale sufficiente per garantire il pattugliamento notturno di quel pezzo di strada. Lo sanno tutti. Le prostitute, i clienti. E anche i protettori.

Ma non solo. Tra Battipaglia ed Eboli, zona dove altissima è la concentrazione di prostitute, non c'è solo la strada per adescare clienti. Anzi. Sono tante le case di appuntamento. Non solo a due passi dal litorale. Ma anche nel centro di Battipaglia (o Eboli), e nelle zone periferiche del popoloso centro della Piana del Sele: da Santa Lucia a Taverna, dal rione Serroni a Belvedere. Si tratta in larga parte di prostitute rumene. Nella vicina Pontecagnano è stato sequestrato un albergo utilizzato dalle ragazze e dai clienti.

Un mercato – quello “casalingo” - che è stato incrementato anche dal web. I siti a tema sono strapieni di annunci che portano alla Piana del Sele. Quasi tutte le ragazze sono straniere.

Il mercato del sesso a pagamento, nella zona che va dalla periferia di Salerno alle porte di Paestum, è un affare fiorente da quasi venti anni. Non si è riusciti a sradicarlo. Anzi, col tempo il business è cresciuto. E con in soldi anche la brutalità dei protettori, spesso vicini al crimine organizzato albanese (e in contatto con alcuni clan del napoletano e del casertano: le ragazze “girano” anche in quelle zone).

Le storie di queste giovanissime si somigliano tutte. Vengono dalle zone più povere della Romania, molte anche da Ucraina, Albania e altri paesi dell'Est. Sono venute in Italia con il miraggio di un riscatto possibile. Molte si sarebbero accontentate di una vita normale, un lavoro dignitoso. Altre erano state abilmente illuse: oltre la frontiera ci sarebbe stata la possibilità di diventare modelle...

Un fenomeno, quello del sesso a pagamento nella zona a est di Salerno, che ha spinto anche alcuni movimenti politici (la Lega), ad avviare una campagna per chiedere l'abrogazione della legge Merlin. Ma la questione è più complessa. Non coinvolge solo le ragazze. Ma quello che c'è alle loro spalle. Organizzazioni criminali spietate e con evidenti ramificazioni internazionali. Non è solo una questione di decoro. E' una tragedia che si ripete da anni. E sulla quale le istituzioni stanno dimostrando una totale impotenza. Accade ogni notte, nelle stesse zone, eppure nessuno è riuscito a far nulla. Nonostante le violenze, le denunce sul mercato delle schiave e brutali omicidi.

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