di Luciano Trapanese
Bambini strappati ai genitori troppo anziani. O troppo poveri. O solo per segnalazioni tutte di accertare. Sulla base di un sospetto, o di quella lesione sul piccolo “non chiara”.
La questione risiede tutta lì, nell'articolo 403 del codice civile. Quello che stabilisce l'intervento dell'autorità pubblica a favore dei minori. E viene usato con una discrezionalità a tratti spaventosa: soprattutto per le conseguenze.
Qualche anno fa ad Avellino, nel popoloso quartiere di Bellizzi, tre bambini sono stati sottratti ai genitori. Il motivo: erano poveri. I piccoli non avevano subito maltrattamenti, crescevano in un ambiente umile ma pulito. Però erano poveri.
Basta questo per allontanare i figli dall'affetto dei genitori e chiuderli in un centro nell'attesa che sconosciuti li adottino?
Certe scene le abbiamo viste spesso, purtroppo. Quello strazio dei figli tirati a forza dalle braccia della madre e spediti in lacrime in una casa famiglia. A volte per niente. O meglio, per niente che giustifichi davvero un'azione così radicale.
Qualche giorno fa è stata emessa la sentenza che ha tolto la figlia a due genitori ritenuti troppo anziani (la bimba era nata quando lei aveva 56 anni, lui 68). Una storia molto toccante (che avrete letto o sentito), e sulla quale ora si può fare ben poco: la piccola vive ormai da sette anni con un'altra famiglia. Strapparla dai genitori adottivi sarebbe un ulteriore trauma.
Ma per restare sul punto: quanti nonni crescono i nipoti?
I miei genitori mi hanno avuto tardi (50 anni mio padre, 42 mia madre). All'epoca la loro età era equiparabile a quella della coppia alla quale è stata sottratta la figlia. Mi hanno cresciuto benissimo e ho avuto la fortuna di perderli tardi.
C'era un unico banale inconveniente: tutti pensavano che mio padre fosse mio nonno. I solerti assistenti sociali avrebbero dovuto intervenire per impedirmi di crescere con questo “trauma”?
I dati sui minori sottratti ai genitori sono molto vaghi. L'ultimo numero certo è di qualche anno fa (2012). Trentamila bambini sono stati tolti ai genitori biologici. Solo il sette per cento dei piccoli aveva subito (o c'era il sospetto), dei maltrattamenti. Quasi il 40 per cento era stato invece allontanato per inadeguatezza genitoriale (sulla questione c'è un interessante articolo su L'Inkiesta).
“Inadeguatezza” che ingloba un po' tutto. Soprattutto questioni legate alla situazione economica del nucleo familiare.
Il punto è proprio questo: con una crisi profondissima che si trascina ormai da anni, sono tante le famiglie povere (cinque milioni in grave disagio, ma un milione e mezzo non è in grado di assicurare pranzo e cena, e forse neppure un tetto). Cosa facciamo, strappiamo i figli a tutti loro? Perché magari la madre non lavora e il padre è stato licenziato?
Togliamo i figli a questi genitori o li aiutiamo a tirarsi fuori da una situazione così difficile?
E poi, infliggere a una famiglia in difficoltà una ferita così devastante - come l'allontanamento dei figli -, quali effetti positivi può avere su di loro o sugli stessi bambini, costretti a rinunciare all'affetto di mamma e papà?
Ci sono stati bambini affidati ai centri perché la mamma biologica era malata. Perché il papà aveva perso il lavoro. Perché erano sotto sfratto esecutivo.
Un assurdo. E' come dire: sei povero? E' colpa tua. Ti togliamo i figli.
Ma quanti dei nostri nonni o genitori sono cresciuti nella miseria più cupa dell'immediato dopoguerra? La povertà non è una colpa e non può essere punita. Oltretutto nel più brutale dei modi: strappandoti i figli.
Sarebbe necessario rivedere i parametri dentro i quali si muovono i servizi sociali. Soprattutto oggi, con una povertà in continuo aumento. Soprattutto oggi, che la scienza consente anche a coppie attempate di procreare (e non solo a quelle vip).