Quando "Papà Elio" arrivava in elicottero allo stadio

I due volti di Graziano: dai morti per amianto all'Avellino in serie A

di Pierluigi Melillo

Per i tifosi dell'Avellino resta papà Elio, per gli ex operai dell'Isochimica era oggi l'artefice dei loro guai. I due volti di Elio Graziano, l'uomo dello scandalo delle “lenzuola d'oro” che travolse politici e vertici delle ferrovie dello Stato e ma anche dell'amianto smaltito nelle fabbriche e persino nelle acque della costiera amalfitana, ma Graziano è stato anche il patron dell'Avellino calcio in A che arrivava in elicottero allo stato e elargiva banconote da centomila lire ai tifosi. Un personaggio che ha segnato la storia dell'Irpinia nel bene e nel male. Gli ex operai dell'Isochimica aspettavano che lui pagasse il conto dei morti da amianto, di quei giovani assunti a Pianodardine per scoibentare le carrozze ferroviarie a mani nude. Esce di scena, invece, ora il principale del maxi processo finalmente avviato solo grazie alla tenacia del procuratore della repubblica Rosario Cantelmo. Prima di lui magistrati e amministratori di questa città avevano girato la faccia dall'altra parte, ignorando quella fabbrica dei veleni che ha seminato malattie e lutti a borgo Ferrovia. Nel calcio Graziano portò l'Avellino a sfiorare la qualificazione in quella che all'epoca si chiamava la Coppa Uefa: ottavo posto in classifica con Luis Vinicio in panchina, resta il miglior piazzamento nella storia del club biancoverde. Sulle magliette biancoverdi campeggiava il marchio del “Dyal”, detersivo di scarsa qualità prodotto nell'altra azienda di Graziano, l'Idaff di Fisciano (anche in quello stabilimento vennero interrati i cubi di cemento e amianto trasferiti dall'Isochimica). Un altro disastro ambientale. L'anno prima aveva ceduto De Napoli al Napoli e Diaz alla Fiorentina. Ma con Colomba e Dirceu, Tovalieri e Alessio quella squadra fece sognare l'Europa agli ultras irpini. L'anno dopo il declino, con la retrocessione in B e il rischio di sparire dalla mappa del calcio: l'Avellino divenne una x quando venne diramato il calendario del campionato cadetto, ma fu poi salvato da Tanzi e dalla Bonatti. “Papà Elio” era già uscito di scena con poco onore e molti guai giudiziari.