Nuovo rinvio per il Piano Lupi: le associazioni non mollano

Undici regioni si sono già espresse contro la condanna a morte

"Apprezziamo molto il tempestivo interessamento del Presidente Gentiloni, che recepiamo come un segnale positivo, ma al quale chiediamo massimo rigore per arrivare al più presto ad una soluzione che salvi i lupi"

Nuovo rinvio per il Piano Lupi: il tema non è più all’ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni di oggi e potrebbe slittare al 9 marzo. Il Ministro Galletti, che con ostinazione vuole mantenere la possibilità di uccidere i lupi, si conferma quale unico responsabile della mancata applicazione delle misure di prevenzione che lo stesso Piano prevede, le uniche che possono concretamente ridurre i conflitti tra attività umane e presenza del lupo.

Lndc, Enpa, Lipu, Lac, Lav, Animalisti italiani, Leidda ribadiscono con fermezza la loro posizione contraria ad ogni ipotesi di abbattimento, e conforme alla normativa che da 46 anni nel nostro Paese protegge i Lupi come specie particolarmente protetta.

“Apprezziamo l’interesse e la partecipazione convinta di migliaia di persone che da mesi e anche nelle ultime settimane decisive per l’approvazione del Piano Lupi, condividono il nostro appello - affermano le Associazioni - “Questa mobilitazione collettiva non può che essere un chiaro invito per i Presidenti delle Regioni a fare il bene dei Lupi, patrimonio indisponibile dello Stato, escludendo ogni ipotesi di soluzioni pasticciate o di compromesso che contemplino abbattimenti. Apprezziamo molto il tempestivo interessamento del Presidente Gentiloni, che recepiamo come un segnale positivo, ma al quale chiediamo massimo rigore per arrivare al più presto ad una soluzione che salvi i lupi“.

Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Puglia, si sono già espresse pubblicamente contro la condanna a morte dei lupi: una maggioranza di ben 11 Regioni che nella prossima seduta della Conferenza Stato-Regioni, 9 marzo, sarà chiamata a impedire che il Piano possa essere approvato senza lo stralcio del capitolo III.7 che prevede le uccisioni, rese ora persino più facili.