di Luciano Trapanese
La catastrofe della sanità campana non ha colpevoli. Solo vittime. Le indecenti immagini dell'ospedale di Nola, i pronto soccorso ridotti a trincee sotto attacco, intere aree senza assistenza medica, la debacle totale di qualsiasi piano di sanità di prossimità (medici di base, guardie mediche), sono figli di nessuno.
Il ministro Lorenzin se ne lava le mani: «In Campania l'assistenza sanitaria è disastrosa». Il presidente De Luca che risponde: «Tutto vero, ma la colpa è del governo». E chiede di assumere il ruolo di commissario per dare risposte ai cittadini. Richiesta che il governo ha nettamente rifiutato.
Sono tutti d'accordo su una cosa: l'assistenza sanitaria nella regione è da terzo mondo. I livelli medi sono in fondo alla classifica nazionale. E Nola non è un caso estremo, ma racconta quello che accade ogni giorno negli ospedali della regione.
Manca tutto: dalla rete per ictus, infarti e traumi (soprattutto nelle aree più isolate), centri privati alla canna del gas, personale al di sotto del minimo, prevenzione primaria e di controllo (screening e piano oncologico: in una zona devastata dall'emergenza rifiuti), più che fermo.
Un quadro desolante.
Uno scaricabarile indegno. Non è mai colpa di nessuno. Anche in queste ore, piuttosto che trovare soluzioni, si perde tempo a polemizzare.
La Lorenzin attacca De Luca. De Luca attacca il governo. Ma tutto resta com'è. E le conseguenze sono drammatiche.
Per De Luca la sanità è il vero banco di prova della sua attività amministrativa. Rimetterla in sesto è una sfida difficile. Ma che non si può perdere. Anche perché – giusto per citare – questo disastro ha un peso determinante sulla vita media dei campani. Un dato che da solo dovrebbe spingere a interventi immediati e radicali.
Come al solito, poi, la questione diventa politica. E lì l'intreccio degli interessi rende irraggiungibile qualsiasi obiettivo. De Luca pretende mani libere. Il governo non ha nessuna intenzione di cedere. Si va avanti con il commissariamento. Anche se i commissari – e diciamolo – a oggi hanno fallito (mica è difficile dimostrarlo).
E allora? Una via mediana tra il no del governo (che ha le sue responsabilità), e il protagonismo di De Luca (faccio tutto io), sarebbe certo meglio di un braccio di ferro senza vincitori. E i soliti sconfitti.
Il buco nero della sanità campana è figlio di tanti padri. Sprechi oltre ogni limite, ospedali aperti ovunque, utilizzati per fare clientele e piazzare primari su primari. E' stato per decenni solo e soltanto un bacino di voti. S'è pensato a questo e non alla salute dei campani. Ora ci restano barlumi di eccellenza in un mare di disastri.
Per risanare quella voragine s'è pensato solo a tagliare. Con l'accetta. Dimenticando che la salute è un diritto. E la spesa sanitaria può e deve essere razionalizzata, ma garantendo l'efficienza dei servizi. Nessuno pretende l'ospedale sotto casa. Ma la risposta non può essere questa. Curarsi non può essere sempre un'odissea. Un percorso a ostacoli. Dove si salva chi è fortunato.
Intanto la Lorenzin – che come ministro ha evidenti responsabilità -, riesce solo a dire che «l'assistenza è disastrosa». Mentre De Luca tra un braccio di ferro e una polemica, potrebbe anche immaginare soluzioni diverse dal commissario ad acta. Il muro contro muro non serve a nessuno. Contro quel muro si spiaccica la salute di tutti i campani.