Neve, gelo e bufere. Ecco perché sarà sempre peggio

Le temperature aumentano, ma fa sempre più freddo. Gli esperti spiegano.

Sono le conseguenze dell'effetto serra. Settimane invernali di gelo, nubifragi in autunno e primavera. Estati sempre più torride.

di elleti

Proprio ora, mentre guardate la neve imbiancare le strade, vi starete chiedendo: e l'effetto serra, il riscaldamento globale?

Per Giampiero Maracchi - emerito di climatologia all'università di Firenze - «le nevicate di questi giorni sono legate all'effetto serra, che non vuol dire solo caldo in aumento, ma eventi estremi».

Che portano ad esempio come conseguenza, un inverno più mite (del solito) in Norvegia e più freddo nel mediterraneo.

«Con il cambiamento climatico - continua - le stagioni sono sfalsate. Veniamo da un autunno caldo, con temperature sopra la norma e una maggiore evaporazione dall'Atlantico. Quando poi si combina con l'aria fredda del nord est, cade tutto insieme».

Questo freddo polare non deve fra credere che questi episodi particolarmente freddi compensino quelli più caldi di altri periodi dell'anno. Infatti, anche gli inverni, nonostante la maggiore variabilità, sono per lo più caldi (gli inverni di questi primi anni del millennio sono stati quasi tutti più caldi di un inverno medio tra il 1950 e il 1980). Per le estati poi, il discorso è ancora diverso: tutte le estati del 2000 sono state più torride di quelle del secolo scorso.

Cosa significa? Che purtroppo dovremo fare l'abitudine a questi estremi. Settimane di freddo polare in inverno, piogge torrenziali tra l'autunno e la primavera e estati sempre più torride.

Con buona pace di quanti continuano a non ritenere fondate le conseguenze dell'effetto serra.

Nel frattempo Paesi come l'Italia restano del tutto impreparati a questi cambiamenti.

Poche decine di centimetri di neve e le città si bloccano, si paralizza la fornitura di acqua, agricoltura e allevamenti riportano danni incalcolabili, le scuole si chiudono.

Per non parlare dei nubifragi che mettono sempre più a rischio il già disastrato equilibrio idrogeologico.

Eppure – e lo sappiamo da tempo -, a tutto questo dovremo fare l'abitudine. Anche perché le varie conferenze sul clima si concludono sempre nelle stesso modo: faremo, diremo e con la successiva ratifica di trattati che quasi nessuno ha voglia di rispettare.

La Green economy proposta da Obama non è mai decollata. Trump ha già detto che ne farà carta straccia (è scettico sull'effetto serra).

Il petrolio resta il centro della proposta energetica, e qualcuno ripensa anche al carbone. Mentre le rinnovabili sono vissute solo come una piccola appendice al sistema.

Nel frattempo scopriamo che le grandi case automobilistiche – le stesse che si vantavano di aver trovato il metodo per inquinare il meno possibile -, hanno truccato i test.

Non ci resta che guardare la neve. Pensare – per paradosso – che siamo in Italia e sembra la Norvegia, e che tutto questo freddo è solo colpa di un mondo che si sta surriscaldando.

Mentre scriviamo Irpinia e Sannio sono sotto la neve. La questione del mondo che va a rotoli in una palla di neve ci sembra lontana. E nel frattempo, in molti comuni non c'è il sale per sciogliere il ghiaccio, l'acqua non sarà erogabile e gli studenti brindano: molte scuole resteranno chiuse.