Vi siete mai chiesti perché certi personaggi sentono la necessità di parlare (male) dei gay? Sempre, ovunque, comunque. Come se fossero la madre di tutte le questioni. L'emblema della decadenza morale della nostra società. Forse forse anche gli artefici della globalizzazione e della conseguente crisi economica.
Uno di questi instancabili personaggi è naturalmente un politico. Uno da sempre in prima linea contro i gay. Che si è distinto anche per la battaglia (con conseguente legge), alle droghe leggere, equiparate alla coca e all'eroina (con il successivo arresto di migliaia di fumatori di spinelli).
Avrete capito, stiamo parlando dell'immarcescibile Carlo Giovanardi, un passato e un presente nel centrodestra, ora adepto di Ala, il gruppo che fa capo a Denis Verdini.
In una intervista a Radio Cusano Campus, il nostro ha dichiarato: «C'è un lato oscuro nel mondo gay che viene completamente sottaciuto. Gli omosessuali hanno un tipo di sessualità che è meno indirizzata alla monogamia».
Meno rispetto a cosa? Non ci sembra che il “mondo etero” brilli per il gran numero di coppie dedite alla fedeltà a ogni costo (anzi).
Poi Giovanardi – che con quel faccione bonario riesce a dire cose terribili – specifica il senso delle sue parole (aggravando il tutto): «Si rappresenta un mondo gay tutto luccicante, tutto bello, poi però i Foffo e i Prato non vengono raccontati».
Ora ricorderete, Foffo e Prato sono quei due giovanotti che hanno sequestrato, torturato per tutta la notte e poi ucciso Luca Varani, 27anni. Un delitto orribile commesso nel marzo del 2016 a Roma, dopo un festino – appunto – gay.
Quindi per il mistico Giovanardi, l'emblema dei rapporti gay possono essere quei festini. Un po' come se uno prendesse a esempio di rapporto etero gli stupratori del Circeo.
Non contento, e sempre per chiarire meglio (e sì che ne ha bisogno), il suo contorto pensiero, il cattolicissimo esponente di Ala ha aggiunto: «L’altro giorno a Domenica in hanno fatto gli auguri alle quattro del pomeriggio a due uomini che coronano il loro sogno d’amore col matrimonio. E quella di Rai tre poi è una provocazione, fare quel programma nel periodo delle feste di Natale. Era ovviamente una provocazione. Sembra che le coppie etero non siano di moda. Si rappresenta un mondo gay tutto luccicante, tutto bello, poi però i Foffo e i Prato non vengono raccontati».
Avete capito? Parlare di gay a Capodanno è una provocazione. Però – paradosso - va anche di moda. E si idealizzano le relazioni omosessuali: sono tutte uno scintillio di feste e sorrisi.
Ma perché persone come Giovanardi sono così fissate sui gay? Come se l'orientamento sessuale di Tizio o Caio fosse davvero così importante o interessante. In fondo non se ne frega davvero nessuno. E i festini li fanno gli etero e i gay. A volte – chissà se Giovanardi lo sa – anche insieme.