La Pubblica amministrazione campana? La peggiore. Lo dice l'Ue

La Cgia di Mestre: "L'inefficienza della PA costa al Paese 30 miliardi di mancata crescita"

La Pubblica amministrazione campana? Tra le peggiori. Lo certifica uno studio dell'Unione Europea sulla qualità della Pa a livello territoriale. Uno studio ripreso dall'Ufficio studi della CGIA di Mestre. Rispetto ai 206 territori rilevati da questo studio, ben 7 regioni del Mezzogiorno si collocano nelle ultime 30 posizioni: la Sardegna al 178° posto, la Basilicata al 182°, la Sicilia al 185°, la Puglia al 188°, il Molise al 191°, la Calabria al 193° e la Campania al 202° posto. Solo Ege (Turchia), Yugozapaden (Bulgaria), Istanbul (Turchia) e Bati Anadolu (Turchia), presentano uno score peggiore della Pa campana. A livello nazionale ammonta a 30 miliardi di euro all’anno di mancata crescita il “costo” dell'inefficienza della pubblica amministrazione così come evidenziato da uno studio realizzato dal Fondo Monetario Internazionale. Il risultato a cui sono giunti i ricercatori d’oltre oceano poggia su questa tesi: se la nostra amministrazione pubblica avesse in tutta Italia la stessa qualità nella scuola, nei trasporti, nella sanità, nella giustizia, etc. che ha nei migliori territori del Paese, il Pil nazionale aumenterebbe di 2 punti (ovvero di oltre 30 miliardi di euro) all’anno. “Dagli inizi degli anni ’90 ad oggi sono state ben 18 le riforme che hanno interessato la nostra Pa. Sebbene le aspettative fossero molte, spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo, in tutti questi anni i risultati ottenuti sono stati deludenti. In molti settori la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese è diminuita e nonostante l’avvento del web ci permetta di scaricare molti documenti dal computer di casa, le code agli sportelli, ad esempio, sono aumentate. L’Istat denuncia che, rispetto al 2015, dopo 20 minuti di attesa presso gli uffici comunali dell’anagrafe, oggi la fila si è idealmente allungata di 11 persone e agli sportelli delle Asl addirittura di 18”. Dalla CGIA, comunque, tengono a precisare che sebbene i dati medi non siano particolarmente brillanti, la nostra Pa presenta delle punte di eccellenza in molti settori che non hanno eguali nel resto d’Europa. Conclude il Segretario della CGIA Renato Mason: “La sanità al Nord, le forze dell’ordine, molti centri di ricerca e istituti universitari italiani presentano delle performance che non temono confronti. Tuttavia è necessario migliorare l'efficienza media dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, affinché siano sempre più centrali per il sostegno della crescita, perché migliorare i servizi vuol dire migliorare il prodotto delle prestazioni pubbliche e quindi l'impatto dell'attività amministrativa sullo sviluppo del Paese”.  

Redazione