Terrorismo: Italia al sicuro? Che bufala: è stata solo fortuna

La nuova strategia del terrore è incontrollabile. Eppure Alfano si vantava...

«Con me al ministero nessun attentato». I nostri servizi segreti non si erano neppure accorti del terrorista collegato a quelli della strage di Parigi. Viveva nel Salernitano. E voleva sposarsi...

di elleti

Ma voi ci credete davvero? Ritenete – come si racconta – che l'Isis non colpisca l'Italia perché «noi abbiamo i servizi segreti più efficienti del mondo»? In tempo di bufale travestite da notizie, questa ci sembra una bufala intortata alla meglio per tranquillizzarci. Ma sempre una bufala è. E anche colossale.

I nostri servizi hanno individuato 4mila e 800 possibili obiettivi in Italia. Un bel po'. Anzi, un bel troppo: talmente tanti che è impossibile controllarli. Ma non solo. Se l'obiettivo sensibile diventa una strada affollata, da Trento a Canicattì, beh, allora parlare di controllo è davvero fuori luogo.

Ma non è tutto. Vi ricordate l'algerino arrestato a Bellizzi? Sì, quello ritenuto parte integrante del commando che ha scatenato l'inferno a Parigi, nel Bataclan e dintorni. Ebbene viveva tranquillamente in provincia di Salerno. Da mesi.

Così tranquillamente che si è recato in questura per mettere a posto i documenti e sposarsi. Mossa fatale: il suo nome era tra quelli segnalati dall'interpol.

I nostri servizi non avevano saputo nulla di lui. Neppure sospettato la sua presenza nel Salernitano. Di lui, e di chissà quanti altri.

E' una colpa? Neppure tanto. Se una cellula è dormiente, come si dice, difficile individuarla. I terroristi, quelli veri, disertano le moschee e non tempestano Facebook di slogan pro califfato.

Se si organizzano con armi e bombe, beh in quel caso potrebbero finire nella rete degli investigatori. Ma se uno di loro, uno senza macchia e senza peccato, un immigrato “normale”, decide di rubare un tir e fiondarsi sui passanti, in quel caso non c'è servizio segreto che tenga. Neppure quello tedesco, come si è visto. Che – a lume di naso – potrebbe essere più efficiente di quello italiano. E che – proprio come quello italiano – ha già avuto esperienze con il terrorismo interno.

Nessuno è al sicuro, dunque. Ma questa è una banalità acquisita. Il punto è che si cerca sempre di smentirla. Quasi portasse bene: lo abbiamo sempre fatto e ci è andata bene. Forse siamo stati fortunati. O forse ancora, i terroristi ci considerano così marginali che non serve neppure immaginare un attentato nella Penisola. Oppure, e questa forse è l'ipotesi più vicina al reale, gli immigrati in Italia sono di meno, sono spesso di prima generazione, e ora sono più impegnati a sopravvivere che a invaghirsi del Daesh.

Il resto sono ciance e frittelle, sbandierate per prendersi meriti che non ci sono. Come l'ex ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che si è congratulato con se stesso per aver evitato attentati in Italia. No, caro Angelino. Non li hai evitati. Semplicemente non ci sono stati.