Spiriti, manifestazioni soprannaturali, ossessioni: sono tutti fenomeni che non riusciamo a spiegarci. Che ci impongono delle domande: esistono o sono frutto della nostra immaginazione? Crederci o no? E infine: sono stata anch'io posseduta?
Qualcuno è in grado di darsi risposte. Magari ha assistito o crede di aver assistito a eventi paranormali.
Altri sono dalla parte opposta. Non credono se non ci sono prove. E quelle, le prove – ripetono -, nessuno le ha mai portate.
Questa storia mi è stata raccontata da un gruppo di amici. Sono andati in vacanza in Cilento. Tre coppie e una bimba. Si stavano godendo il sole e il mare, quando si sono imbattuti in una storia inquietante. E inspiegabile. Che li ha spinti a fare i bagagli e ripartire di corsa.
Ho sempre preferito credere solo a quello che vedo. Eppure questo racconto mi ha sconcertata. Chi ha vissuto quell'esperienza continua a parlarne. E sempre con gli stessi toni preoccupati. Ma non solo. Qualche tempo dopo altri che avevano alloggiato non lontano da quell'abitazione mi hanno raccontato quasi la stessa storia. E questo ha fatto vacillare le mie certezze. Potrei verificare di persona. Ma non ho nessuna intenzione di farlo. Preferisco evitare sorprese.
Potreste provarci voi, se ne avete il coraggio.
Questa è la storia.
In estate un gruppo di amici decide di trascorrere le vacanze a Santa Maria di Castellabate. L'appartamento? La vecchia stalla di un nobile palazzo. Naturalmente arredata come un appartamento. Tre coppie molto giovani. Una di loro ha una figlia di tre anni, che si è subito ambientata. E presto capiremo anche il perché.
Il posto è molto bello, l'appartamento affaccia sulla spiaggia. C'è una sala principale. E intorno altre stanze, tutte camere da letto. Una volta quegli spazi ospitavano cavalli e mucche. Era una stalla. Ma questo ve l'ho già detto.
Al piano superiore un tempo viveva la famiglia proprietaria della casa. I locali però sono chiusi. Chi ha affittato la casa ha spiegato: «Hanno lasciato tutto com'era tanto tempo fa. Contiene mobili e oggetti dei signori».
Su quel “signori” ha esitato un po'. Come se volesse aggiungere altro. Subito dopo è andato via, anche con una certa e improvvisa fretta.
Le vacanze trascorrono tranquille. La solita routine delle ferie. Tra mare, cene e ozio.
Ma qualcosa non va. E non è un piccolo particolare. La bambina è sempre a giocare. Dice alla mamma che trascorre tutto il tempo con un'amichetta. Ma nessuno ha mai visto la sua compagna di giochi. La piccola non ha mai avuto un'amica segreta. Eppure la bimba descrive la sua coetanea nei minimi dettagli. Imita anche il suono della voce. Dopo qualche giorno si scoprirà che la bambina in realtà è esistita. Ma molti, molti anni fa. Ed è morta.
Una scoperta quasi casuale. I villeggianti non riescono a nascondere la curiosità. E salgono al piano superiore. Lì dove ci sono ancora i mobili dei vecchi proprietari. La famiglia Salsano.
C'è un quadro, raffigura una bimba. La figlia di una delle coppie la indica con un dito. «E' lei, è lei la mia amica». C'è una piccola didascalia sotto il ritratto: Maria Thereza è morta in questa stanza nel 1838. Per una malattia.
E' del tutto identica alla descrizione fornita dalla piccola.
Decidono di fare i bagagli e partire. In tutta fretta e con il cuore in gola. Prima di andare via consegnano le chiavi all'uomo che ha fittato la casa. «Non è la prima volta – dice -. Maria ogni tanto si fa vedere, soprattutto quando ci sono bimbe della sua età...»
Ora, voi sarete liberi di non crederci. Ma la figlia di quella coppia, per qualche anno ha continuato a ricordare quella bimba conosciuta in vacanza. Che si chiamava Maria Thereza. Ed era morta.
Antonia Della Pia
(studentessa del Vivaio di Ottopagine, il corso di giornalismo multimediale organizzato nell'ambito dell'iniziativa scuola/lavoro)