Tutti insieme per Alfredino. Uniti nel ricordo di chi ha dato tanto al rugby e ha ricevuto l’eterna riconoscenza dell’amicizia. Quella che nasce correndo dietro ad un pallone che scivola sull’erba e regala sogni, crea legami e scrive storie che durano nel tempo.
Alfredo Dell’Oste è andato via troppo presto. Sono passati già più due anni e mezzo. Oggi avrebbe compiuto 52 anni e tutti i suoi amici si sono riuniti per un evento speciale. Il campo Pacevecchia gli è stato ufficialmente intitolato. Due targhe ai cancelli d’ingresso e una grande sugli spogliatoi, da dove il “capitano” potrà guardare i suoi ragazzi con la maglia biancoceleste combattere per quei colori che lui aveva tatuati sul cuore.
Lasciò il rugby giocato nel 2010, ma in realtà la palla ovale era ogni giorno parte della sua vita. Presente quasi tutta la famiglia Dell’Oste, mancava solo Carlo Canna, impegnato con le Fiamme Oro di cui è diventato capitano, che da zio Alfredo ha ricevuto il testimone del talento mostrato sui grandi palcoscenici mondiali con la maglia della Nazionale.
A scoprire le targhe insieme alla famiglia Dell’Oste è stato il Sindaco Clemente Mastella, commosso nel ricordo di un altro ragazzo giovane volato via troppo presto proprio come era successo a Carmelo Imbriani. Commossi gli amici Luigi Trusio e il delegato allo sport Enzo Lauro. In lacrime il presidente della Fir Campania Peppe Calicchio, che per anni ha fatto parte della squadra di cui Dell’Oste era capitano. Bello l’aneddoto regalato dal presidente Rosario Palumbo: “Fu Alfredino a chiedermi di assumere questo importante compito”.
Parole che si sono mischiate alla musica della tromba di Luca Aquino, ai versi di una canzone di Ramazzotti letti da Luigi Trusio e ai sorrisi di quei bambini che si sono avvicinati al noce che il Rugby Benevento ha deciso di piantare in ricordo dello storico capitano.