Qualche anno fa fu ribattezzato “leone” per la sua criniera e quella grinta tipica del re della foresta che mette in campo in ogni partita. Mirko Passariello è ormai uno dei volti storici del rugby sannita e campano. Giocatore eclettico capace di giocare in diverse posizioni ma sempre con ottimi risultati. Dopo la pandemia la sua mansione all’interno dell’IVPC Rugby Benevento è cambiata. Non solo capitano e leader emotivo ma anche allenatore. Al suo fianco ci sono anche il compagno di squadra di lunga data Matteo Bosco e l’amico di sempre Luca Calandro, tornato a Benevento per dare una mano ad un gruppo giovanissimo. Un trio che in questi primi mesi ha dovuto lavorare sodo perché dopo diciotto mesi di stop non è stato facile per nessuno tornare in campo.
“Abbiamo ripreso l’attività e questo è già un successo” ha raccontato Mirko Passariello. “Qualche giocatore ha deciso di lasciare ma per fortuna si sono avvicinati altri ragazzi, qualcuno è tornato da esperienze vissute lontane da Benevento e altri sono molto giovani. Sapevamo di vivere una stagione di transizione. Il numero degli atleti è buono, questo ci dà la possibilità di lavorare con più persone e creare competizione tra loro per la conquista di un posto in squadra”.
Ci sono tanti volti nuovi che hanno bisogno di conoscere la categoria, entrare nelle dinamiche del gruppo e migliorare sotto tanti punti di vista. “La lunga pausa non ha aiutato, devo dire che manca un po’ di voglia di sacrificarsi ma ci stiamo lavorando. È un processo lento però sono fiducioso. I giovani che sono arrivati dalle giovanili si stanno inserendo e quelli che militano nell’under 19 quando sono venuti in prima squadra hanno fatto bene. Nel match interno con la Primavera avevamo una squadra con una media età molto bassa e abbiamo fatto benissimo, poi una settimana dopo a Catania ci siamo adagiati sulla buona prestazione casalinga e non siamo riusciti a ripeterci. Dobbiamo lavorare tanto anche su questo oltre che sulla condizione atletica che diventa sempre più importante perché soprattutto contro le squadre romane paghiamo spesso dazio”.
Bisogna crescere, questo è il chiaro messaggio di Mirko Passariello che conosce bene quanto sia difficile competere per i vertici della classifica come accadeva fino a qualche stagione fa. Nel progetto di crescita del roster della prima squadra un ruolo importantissimo lo sta avendo Luca Calandro. “Lui ha fatto una grande carriera, è una fortuna averlo con noi. Ha portato la capacità di far capire ai ragazzi come approcciarsi alle partite e stiamo aumentando anche la qualità delle scelte da fare. Il lavoro di Luca in questo momento si concentra molto sull’aspetto mentale”.
Il 16 gennaio si tornerà in campo nella difficile trasferta di Frascati contro una squadra che vuole giocarsi le sue occasioni di promozione fino alla fine. “Noi ci stiamo allenando anche in questo periodo –spiega Passariello- vogliamo farci trovare pronti contro Frascati perché l’esperienza ci insegna che dovremo vedercela contro una squadra che in casa è sempre molto vogliosa e aggressiva. Non sarà facile, per questo dovremo essere al massimo. Dipenderà comunque tutto da noi, da come ci alleneremo perché quando fai bene durante la settimana, le cose che si preparano vengono fatte correttamente durante l’incontro”.
Attualmente la squadra è quinta in classifica a nove punti dal duo di testa formato da Villa Pamphili e Paganica, seguite ad un punto dalla Primavera e a due da Frascati, ma entrambe hanno giocato una partita in meno. L’IVPC Rugby Benevento non è molto distante dalle prime, ma per quanto visto fino ad ora, è molto difficile pensare che il gap possa essere ricucito. Passariello questo lo sa bene e non perde di vista il suo vero obiettivo.
“Vogliamo posizionarci nella migliore posizione possibile in classifica, ma quando un progetto è alle fasi iniziali come il nostro è complicato capire velocemente dove si potrà arrivare. L’augurio però è quello di vedere più disciplina sia in campo che fuori”.
Un messaggio per tutta la squadra che ha il talento per fare ottime cose ma dovrà mettere in campo, soprattutto durante gli allenamenti, anche la voglia di crescere e sacrificarsi per una maglia che profuma di storia e va onorata ogni qual volta viene indossata.