E' arrivato dall'Australia con la voglia di essere decisivo. Liam Moylan è un tipo tosto. Una terza linea con le idee chiare e il fisico da guerriero. Il suo arrivo non aveva creato tanto clamore come quello di Shaun Treweek. Tra i due, l'australiano con più storia, era proprio il mediano d'apertura. Il curriculum del buon Liam non era esaltante, del resto è un classe 1994 alla prima esperienza in Europa. Ha lasciato Sidney, dove viveva, per intraprendere un lungo viaggio fino alla città delle streghe.
Dalle distese di terreno di Mudgee all'Arco di Traiano. Dalle abitudini australiane a quelle del bel paese. Dall'Avocado alla Pizza. Dai campi perfetti del rugby australiano a quello del Pacevecchia che perfetto non è, e proprio per questo, è adatto a chi ha lo spirito da guerriero. La prima partita, quella contro Pesaro, l'ha vista da bordo campo. Poi ha esordito col Gran Sasso, altro campo difficile dove giocare. Col passare delle partite e dei mesi, Liam Moylan (nella foto mentre esulta con Mario Casillo) si è “preso” il Benevento con placcaggi spettacolari ed efficaci. E non solo. Perché l'australiano ha anche personalità. E dopo aver conquistato la salvezza già a gennaio, ha mostrato ottime cose anche nella poule promozione. Contro Firenze, nel match in cui Santillo e compagni hanno realizzato 50 punti nel rettangolo di gioco sannita, Liam si è rotto una mano.
Il responso del controllo medico è stato impietoso: “Serve il gesso”. “Ok ha risposto Liam” che aveva già le idee chiare. Una settimana col gesso e senza palla ovale, troppo per chi è arrivato dall'Australia proprio per giocare. Nessuno ci credeva. “Liam in campo contro l'Accademia? Ha il gesso, non potrà giocare”. E invece l'australiano ha sorpreso tutti. Si è segato il gesso e ha chiesto di giocare. Chi poteva dirgli di no? Nessuno. Ha mostrato attaccamento alla maglia, al gruppo e amore per il suo sport. “E' una follia”, si mormorava sulle tribune del Pacevecchia prima dell'inizio della sfida. “Quanto potrà durare? Sarà utile?” erano le domande più ricorrenti. La risposta l'ha data il campo. Moylan ha giocato una delle sue più belle partite. Ha placcato tutto e tutti. Gli accademici che passavano dalle sue parti ricorderanno a lungo quel ragazzone col numero 7 e i capelli lunghi. Proprio lui che era completamente ricoperto dal fango e sembrava un guerriero senza paura. Forse avrà antenati “Maori”, del resto in Australia sono oltre 126.000 i polinesiani. E se continua così, anche col supporto dell'ottimo Shaun Treweek, non ci sarà da sorprendersi se al Pacevecchia si comincerà a sentire il coro “Aussie Aussie Aussie, Oi Oi Oi”. Good job Liam.