La storia di Mario Caporaso: da waterboy a man of the match

L'atleta dell'Ottopagine Rugby Benevento è stato il grande protagonista dell'ultimo incontro

Benevento.  

Da “waterboy” a “man of the match”. Tutto in sette mesi. E' la storia di Mario Caporaso, classe 1992, ragazzo umile e intelligente che ha saputo indossare con orgoglio la maglia dell'Ottopagine Rugby Benevento. Il 29 maggio 2016, quando il Pacevecchia era un catino bollente e la squadra era pronta per giocare la partita più importante, per lui non c'era spazio. Ma lo spirito di squadra è più importante degli obiettivi e delle ambizioni personali.

Mario è cresciuto la palla ovale tra le mani e anche in quella giornata voleva dare il suo apporto. Avrebbe preferito essere in campo ma trovò l'escamotage per stare al fianco dei suoi compagni trasformandosi in “waterboy”, semplicemente il ragazzo che porta l'acqua in campo.

Un ruolo che hanno svolto anche tanti grandi del rugby mondiale. Fu uno dei primi a gioire per la vittoria finale e la conseguente promozione in serie A. Anche in quel match ha dato il suo apporto e sette mesi più tardi, dopo tanti sacrifici e tantissimi allenamenti sostenuti con orgoglio, serietà e voglia, ecco arrivare la grande occasione. Nel giorno in cui la società ha festeggiato i suoi 50 anni di attività è stato chiamato in causa contro il Gran Sasso. Per lui questa volta la maglia c'era, ma non era quella di ala che per tanti anni ha indossato fin dalle giovanili, bensì quella di mediano di mischia.

Si è ritrovato a dover sostituire un giocatore importante come Manuel Botticella e l'ha fatto alla grande. Pronti, via, ed ecco la prima gioia. Dopo un ruck ha fatto finta di allargare il gioco trovando il varco giusto per schiacciarla in meta. Applausi a scena aperta, ma il bello doveva ancora venire. Pochi minuti dopo è ancora lui ad andare a segno, il più piccolo tra i giganti che diventa eroe per un giorno.

“Ringrazio tutta la squadra, la dedica è per loro e per la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto”. Per lui parole d'affetto da parte di tutti, in particolare dal tecnico Alessandro Valente che l'ha definito “esempio positivo”. Un complimento che il buon Mario ha raccolto con la solita umiltà, quella di un ragazzo che è cresciuto al fianco di Carlo Canna, il miglior talento della Nazionale italiana, e di cui ha spesso raccontato:”Giocare con lui era facile, la domenica ci divertivamo. Di mete ne facevo tante e poi andavo a ringraziarlo”.

Domenica invece a dire grazie a Mario Caporaso sono stati i compagni di squadra e i tanti spettatori del Pacevecchia che hanno assistito alla trasformazione da “waterboy” a “man of the match”.