Torrecuso, quante cose sono cambiate in due anni

Dai fasti delle stagioni in Serie D al silenzio assordante degli ultimi giorni

Torrecuso.  

Stavolta il silenzio è di quelli rumorosi, quelli che non fanno presagire a nulla di buono. Il futuro del Torrecuso è appeso a un filo, un esile e sottilissimo filo che potrebbe spezzarsi e mandare nel baratro la società sannita, quella che, dopo il Benevento, può vantarsi della massima serie disponibile nel Sannio. Il torneo di Serie D è stato conquistato con determinazione. La battaglia sul campo col Vico Equense, poi quella a suon di carte e tribunali sempre contro la stessa avversaria, un'amarezza grandissima trasformata in rabbia nei play off. Tutte cose che non saranno mai dimenticate ma che fanno parte dei ricordi bellissimi di questa società che ha scritto pagine di storia del calcio sannita. L'avventura nell'edizione nazionale degli spareggi promozione che si è conclusa con la sconfitta più dolce possibile sul campo del Due Torri, in gol Montaperto, l'uomo della promozione.
E via in Serie D. La famiglia Rillo non ha mai costruito squadre per il solo gusto di farle, ha sempre fatto le cose mettendoci tantissima attenzione, puntando su un uomo ambizioso e competente come il direttore Zotti. E la prima partecipazione non è stata assolutamente banale. Certo quella è stata la stagione della corazzata Savoia, la prima avversaria ufficiale, quella che ha fatto la voce grossa mettendo subito in chiaro le proprie intenzione. Dalla batosta all'esordio di strada il Torrecuso ne ha fatta, e pure tanta. A fine anno è arrivato un quinto posto importantissimo, play off non disputato solo perchè esisteva quella legge dei dieci punti di distacco dalla seconda classificata. Il divario dall'Akragas (tenete bene a mente questo nome) era talmente ampio che il finale di stagione per i sanniti di Fiorucci fu anticipato. Questo comunque ha permesso alla società di anticipare ogni movimento, scegliere l'allenatore adatto a un progetto che fosse migliorabile, per non dire vincente. 

La scelta è caduta su Dellisanti, non uno qualunque, un allenatore che ha messo nella sua testa l'obiettivo finale: portare il Torrecuso nella storia. E le premesse non sono state sbagliate. I sanniti hanno viaggiato a mille, si sono staccati da tutte le avversarie. Lo stesso Akragas, ecco che torna l'avversaria di sempre, è stato allontanato. Insomma sembrava tutto andare nella direzione della squadra torrecusana. Ma qualcosa si è rotto, la compagine di Dellisanti comincia a perdere smalto e sicurezze in trasferta, i siciliani cambiano passo, salutano la truppa e volano in Lega Pro. Per il Torrecuso quarta piazza e due turni di play off disputati con De Rosa allenatore. Fa parte del calcio, può capitare, il problema, però, è che la famiglia Rillo e il direttore Zotti hanno esperienza tale da capire che qualcosa non è andato nel verso giusto, che il loro modo di intendere il calcio cozza maledettamente con la realtà dei fatti. Quella che era solo un'intuizione, alla fine si è trasformata in una convinzione. Il fenomeno delle scommesse allargato alla Serie D è un'istigazione a delinquere e alla fine il filone di indagini aperte hanno alzato un polverone sul girone I e sulla Neapolis in particolare. Torrecuso vittima di tutto ciò, qualcuno ha voluto che in alto andasse qualche altra squadra e questo la società sannita non l'ha mai digerito. Così si spiega questo silenzio. Un excursus di due anni per capire come questa passione si sia trasformata in un incubo, un qualcosa da vivere a occhi aperti senza voler più sognare. E la realtà non promette nulla di buono. Il direttore Zotti ha salutato, la famiglia Rillo ancora non effettua l'iscrizione on line al torneo e la scadenza si avvicina. Ancora tre giorni e il Torrecuso potrebbe trovarsi a dover salutare il campionato di Serie D. Poi sarà la stessa società a decidere se ripartire da una categoria inferiore o se questa storia si dovrà chiudere in questo modo.

Fabio Tarallo