Zotti: "Tornerei nel calcio solo con la famiglia Rillo"

Parla l'ex direttore sportivo del Torrecuso

Torrecuso.  

Testa al lavoro e alla famiglia, nonno a tempo pieno. Questa è la nuova dimensione del direttore Zotti dopo che il Torrecuso è sparito dal panorama calcistico sannita. Un addio amaro per una società che si è sempre contraddistinta per la sue gesta sportive diventando un fiore all'occhiello per l'intero Sannio, ma francamente non si poteva fare diversamente dopo che la società aveva lanciato il grido d'allarme.

“Adesso mi dedico a qualcosa che prima trascuravo un po' di più – inizia Filippo Zotti – ma rimango comunque uno spettatore di calcio. Vedo il Benevento spesso e se capita torno all'Ocone per vedere il Ponte 98 all'opera. Il calcio piace sempre, la passione è qualcosa che si può mettere ai box non farla sparire del tutto”.

Il lavoro svolto negli anni con la famiglia Rillo ha portato alla ribalta anche la figura del direttore Zotti, e tanto è bastato per fare in modo che tante società si ricordassero di lui.

“Sinceramente in tanti mi hanno chiamato, anche dalla Serie D ma ho rifiutato. Ho preso questo ruolo solo per il Torrecuso e per la famiglia Rillo ma non ho mai pensato che potesse essere un mestiere per me. Ci ho messo la passione e l'amicizia sacrificando anche le cose a me care, prima come giocatore e poi come dirigente”.

Come detto, la passione resta sempre e questa è la molla per continuare a seguire il calcio in ogni categoria.

“Cerco di rimanere informato, di capire come stanno andando i giocatori che hanno indossato la nostra maglia, come gli allenatori. E ho notato che le difficoltà sono rimaste, in fondo le difficoltà economiche restano perchè è il segno dei tempi. Il calcio rispecchia la vita normale e questo non sembra essere un periodo di grossa euforia. Se pensiamo che anche ad alti livelli stanno entrando le cordate estere, allora è chiaro quale sia l'andamento”.

E fin quando a Torrecuso c'è stata la famiglia Rillo, c'è stata grande serenità sotto tutti i punti di vista, progettuale soprattutto. Un loro ritorno potrebbe riaprire le porte del calcio al direttore Zotti.

“Io ero solo un collaboratore, non posso decidere nulla, gli artefici del miracolo Torrecuso sono altri e cioè gli appartenenti alla famiglia Rillo. Per quanto mi riguarda è una storia finita. Certo se dovessero decidere di ritornare e mi richiamassero, non potrei dirgli di no, perchè agli amici non si può dire di no”.

Redazione