«Il nostro è un calcio senza risse»

Il duro comunicato dell'Apollosa Varrella dopo la gara col Victoria Montesarchio

Apollosa.  

Il Presidente della Polisportiva Apollosa in merito alla partita di Seconda Categoria del 1 Marzo 2015 tra Victoria Montesarchio e Apollosa, dopo la pubblicazione del comunicato ufficiale e il provvedimento del Giudice Sportivo che ha ratificato il risultato di 4-0 senza altri provvedimenti se non ratificare l'espulsione del portiere perché nella presa del pallone, a parere dell'arbitro, aveva superato la linea di rigore, censura come mai la condotta indecorosa e l'inesperienza lampante del direttore di gara che non era all'altezza della situazione sperando che qualcuno lo valuti al più presto per tenerlo lontano dai campi.

“La partita sin dai primi minuti è stata incanalata su binari intimidatori e di minacce. Nel referto, l'arbitro ha scritto addirittura che la partita è stata sospesa al 10’ del primo tempo non del secondo tempo come è avvenuto. I nostri calciatori sono stati volontariamente colpiti dagli atleti avversari, lontano dalla zona dalla zona di gioco, senza che l'arbitro adottasse un solo provvedimento disciplinare. Durante un calcio di punizione, mentre il portiere organizzava la barriera la squadra avversaria tirava in porta temerariamente e l'arbitro confermava il gol. Dopo la sospensione della partita dei diversi infortuni nostri e quindi per inferiorità numerica, un nostro dirigente è stato insultato e aggredito apertamente da loro allenatore trattenuto forzatamente dai suoi compagni. Tutti episodi che abbiamo voluto elencare per far capire cosa è successo. Credo che la calma e la civiltà che abbiamo dimostrato nell'andare via, rispetto alle aggressioni vissute dicono chiaramente chi siamo e chi sono gli altri. Noi facciamo sport senza risse e scontri, non conserviamo rancore per clamorose sconfitte subite precedentemente, abbiamo sempre sopportato le manchevolezze dell'arbitro senza rivalse violente e recriminazioni o minacce. Rispettiamo le decisioni arbitrali anche se non condivise, nella speranza che gli errori siano dovuti ad incapacità, debolezze, sviste, e non alla malafede e sapendo che l'uomo-arbitro è giudice unico-immediato che non può tornare indietro dopo una decisione e come uomo può sbagliare, non capire, non vedere”.

Il presidente Nicola Varrella