«Un pomeriggio di ordinaria follia»

La sospensione di Volturnia - Amorosi spiegata dal sannita Gismondi

Amorosi.  

Ancora un episodio di violenza, ancora una volta una gara sospesa in anticipo per le intemperanze di tifosi e giocatori. Questo è il racconto di Antonio Gismondi, atleta dell’Amorosi che ha assistito a tutto cià nella sfida della sua squadra sul campo del Volturnia Baia e Latina.

“Sicuramente è successo qualcosa di brutto - inizia il giocatore - qualcosa che non ci aspettavamo assolutamente e che ci ha colto di sorpresa”. Dopo questa premessa, Gismondi passa al racconto di questa sfida e a come si è arrivati alla sospensione della partita da parte dell’arbitro. “E’ stata una gara dura sin dalle prime battute. Contatti continui, paroline poco dolci e altro, insomma si è giocato in questo clima. Ma, nonostante tutto, siamo riusciti ad arrivare fino all’85 più o meno. Il putiferio si è scatenato quando Nunziante ha segnato il gol del pareggio. In quella occasione Di Fiore, che è stato minacciato e insultato per tutta la sfida, si è rivolto verso il pubblico di casa facendo un gesto, non ho ben capito di preciso. Gli insulti sono aumentati ancora di più fino a che è cominciata una vera e propria caccia all’uomo nei suoi confronti. A fatica siamo riusciti a riprendere la sfida e la caccia a Di Fiore è andata avanti. Poi, a 2’ dalla conclusione, stavo per battere una rimessa laterale in fase d’attacco, quando si è avvicinato un avversario e mi ha minacciato appoggiando anche la sua testa sulla mia fronte. Io ho fatto per reagire spingendolo e lui è crollato sul terreno di gioco come se avesse ricevuto chissà quale colpo e sono stato espulso”.

Questa è stata, almeno nel racconto di Gismondi, la scintilla che ha acceso la partita.

“Noi abbiamo protestato per questa decisione mentre in un’altra zona del campo abbiamo visto sei o sette giocatori del Volturnia che rincorrevano Di Fiore, non credo con buone intenzioni. Inoltre qualche tifoso ha anche scavalcato la recinzione con le stesse intenzioni, ma il nostro giocatore è stato bravo a rifugiarsi negli spogliatoi. L’arbitro ha visto e alla fine ha deciso di andare anche lui negli spogliatoi senza neanche fischiare la sospensione. La situazione è stata difficile anche per noi che abbiamo abbandonato il campo ma fortunatamente sono arrivati i carabinieri e la situazione si è calmata”.

Un racconto che non ha bisogno di commenti. Un pomeriggio di ordinaria follia, la palla adesso passa a chi deve giudicare il tutto.

di Fabio Tarallo