E' diventato quasi un gioco. Non contano più i rapporti, i ricordi, spesso si dimentica quello che si è fatto, tutti i sacrifici, per un solo scopo avere l'ultima parola in una diatriba. Nel mondo del calcio può succedere che una società e un allenatore arrivino a separarsi, a prendere la decisione di dividere le proprie strade. Cose che capitano e il più delle volte senza lasciare uno strascico polemico. Poche sono le circostanze nelle quali si arriva alla battaglia mediatica. Sicuramente non è il caso di Liccardi e dell'Apollosa. Le due parti hanno annunciato di voler chiudere l'avventura alla fine del campionato, ci può stare eccome. Il problema è che lo hanno fatto le due parti. Prima della sfida contro il Castelpoto, il tecnico annunciò che quella sarebbe stata l'ultima gara casalinga sulla panchina apollosana. Un annuncio e allo stesso tempo un saluto a squadra e tifosi per la stagione vissuta, un concetto che va al di là della sola prestazione e dei risultati, quelli sono sotto gli occhi di tutti. Insomma poteva finire lì, baci e abbracci e via per una nuova avventura. E invece no, perchè la società apollosana ha sentito l'esigenza di riunirsi e annunciare che “era stata presa la decisione di non confermare l'allenatore”. Di due l'una: è stato l'allenatore ad andare via o la decisione l'ha presa il sodalizio? Seguendo la sola tempistica, non dovrebbero esserci dubbi. Leggendo l'operazione tra le righe, pare quasi che l'Apollosa abbia agito così per avere l'ultima parola e far emergere che è stata la società a prendere la decisione e non viceversa. L'ultima parola appunto, il punto esclamativo sulla vicenda. Ma si è sicuri che quella sia stata l'ultima parola? Con tutta probabilità non lo sarà. Con Ezio Liccardi non c'è da stare mai sereni, da questo punto di visto. Ovviamente questo non vuole essere un dito puntato sull'uno o l'esaltazione dell'altro. Solo la rappresentazione di un libro al quale si sta cercando di aggiungere dei capitoli dopo la parola fine.
Redazione