Gianni Loia, la vicenda del girone raccontata da un dirigente

Il Gianni Loia ha deciso di non prendere più parte al campionato di Seconda Categoria

Giuseppe Finelli, dirigente del club sannita ripercorre tutte le tappe che hanno portato alla drastica decisione di rinunciare alla partecipazione campionato

Tocco Caudio.  

Giuseppe Finelli, giovane dirigente di 24 anni della società Polisportiva Gianni Loia con sede nel Comune di Tocco Caudio ci spiega nel dettaglio tutta la vicenda che ha portato a malincuore la dirigenza a presentare la richiesta di rinuncia di partecipazione al campionato. Una storia assurda – lasciatecelo dire – perché ancora una volta la Figc Campania ha confermato di non essere un organo federale in grado di difendere le società sannite e soprattutto di dare le giuste garanzie alle società.

“Dopo aver vinto i playoff di terza categoria quest'anno ci accingevamo a disputare il campionato di seconda categoria con entusiasmo poi purtroppo svanito. Il 21 Ottobre il nostro presidente Tontoli riceve una chiamata dal signor Nicola Amoriello (persona che nell'organigramma del comitato regionale e provinciale attualmente non ha nessun ruolo ma di fatto si occupa di fare da tramite tra comitato regionale e le società sannite ) che gli anticipava il girone in cui eravamo capitati e cioè quello caudino-telesino- alto casertano (precisamente gli disse che erano tutte squadre che si trovavano sulla Caianello), il nostro presidente diede un cenno obbligato di assenso perché avevo capito che altro non si poteva fare.

Nelle ore successive – continua Finelli - tra testate di giornale e ufficializzazione da parte del comitato abbiamo capito che prima di tutto il signor Amoriello ci aveva prospettato una situazione diversa da quella che veramente si prospettava perché erano presenti anche squadre del basso casertano ma la cosa che più ci ha fatto pensare all’ingiustizia è che il girone caudino-telesino casertano era privo di una squadra caudina come l'Audax Cervinara.10 - che nulla ha colpa per gli errori del comitato – sottolinea Finelli -  ed è stato inserita nel girone beneventano.

Nel girone beneventano tra le tante squadre ci sono anche quelle della Valle vitulanese (Castelpoto- Gianluca Gisoldi Cautano), Valle di cui noi facciamo parte,  l'unica che è restata fuori incomprensibilmente è proprio il Gianni Loia.

A questo punto abbiamo notato che l'errore c'era e fino alle 3 di notte ho preparato un ricorso dettagliato che presentava anche la cartina geografica.

Il 22 Ottobre il presidente con una delegazione della società è andato a Napoli per esporre il problema e per presentare il ricorso, arrivati lì sono stati accolti dal signor Gallone e altre 2 persone che non si sono presentate, davanti a una cartina geografica loro non hanno potuto negare l'errore ma nonostante questo non hanno voluto ovviare facendo il classico scaricabarile dando colpe a destra e a manca ma soprattutto dando colpa alla situazione "Commissario" ma noi sappiamo benissimo che un commissario da pochi mesi che lavora non è in grado di fare i gironi e quindi li hanno fatti coloro che se ne sono sempre occupati cioè persone che da 40 anni stanno sul comitato e hanno esperienza da vendere e allora il dubbio mi sorge se hanno sbagliato o hanno voluto sbagliare?

Protocollato il ricorso ci hanno detto che il giorno dopo ci facevano sapere ma nonostante i nostri solleciti non si sono degnati di risponderci, e quindi abbiamo deciso di mandargli la rinuncia al campionato, solo a quel punto un certo Nunzio Di Maria ci ha chiamato ribadendoci che avevamo ragione però non si poteva fare niente (anche se circa sei anni fa col Vitulano in una situazione analoga hanno rimediato in 24 ore) e attribuendo nuovamente la colpa alla situazione "Commissario".

Noi siamo una società giovane basti pensare che il presidente ha 28 anni ed io ne ho 24 e altri collaboratori che hanno poco più di 30 anni, ma nonostante questo siamo stati coraggiosi perché non ci stiamo a subire queste ingiustizie, siamo stati coraggiosi perché avevamo già affrontato il 70% delle spese come l'iscrizione, vestiario, materiale tecnico, divise, più di un mese di preparazione, e addirittura mentre abbiamo inviato la rinuncia al campionato i ragazzi erano dal medico sportivo per effettuare la visita che annualmente facciamo. Probabilmente ci rimetteremo soldi di tasca nostra perché gli sponsor con cui avevamo preso accordi ora non hanno più motivo di sponsorizzarci ma questo non ci ha fermato perché vogliamo che tutti capiscano che noi siamo una società che non si attiene a un modo scellerato di operare del Comitato”.

Ionut Stefan Di Nuzzo