«Il San Marco merita considerazione»

Le risposte di mister Glorioso e le sue considerazioni in chiave play off

San Marco dei Cavoti.  

Sassolini da togliere ne ha. Mister Glorioso non ha mandato giù alcuni commenti nei confronti del suo San Marco. E per questo, proprio nel momento più caldo della stagione, a ridosso dei play off, serve fare chiarezza e alzare la voce per rimettere a posto la situazione e allontanare le polemiche dalla propria formazione

 

MESSAGGIO A MISTER FORGIONE - “Premetto – inizia il tecnico vitulanese – che stimo mister Forgione. Io sono stato il primo ad aver fatto i complimento allo Sporting Pietrelcina dopo la meritata vittoria del campionato. Una persona può essere brava, cattiva, simpatica o antipatica, ma davanti a un risultato si fa solo l'applauso. Mi sarei aspettato che lo stesso avesse fatto con noi che abbiamo tenuto testa alla sua squadra fino alla fine. Mi aspettavo un minimo di considerazione nei nostri confronti. Ma non parlo per una questione personale, non mi interessa, ma per dare merito alla squadra. Ma devo capire che la riconoscenza non fa parte del mondo del calcio. Nessuna critica nei confronti dello Sporting, i pietrelcinesi hanno meritato questo risultato”.

 

MESSAGGIO A MISTER ZEOLI – Ma mister Glorioso ne ha anche per il tecnico del Sant'Angelo. Il suo intervento tende a fare chiarezza anche su questa aspetto legato all'ultima sfida di campionato.

“La questione è abbastanza semplice. Nella sfida d'andata siamo stati accolti benissimo dalla società santangiolese, c'è stato anche un terzo tempo. Le due società sono amiche. Volevamo fare la stessa cosa anche nella sfida di ritorno ma la squadra ospite, considerata l'importanza della sfida, ha preferito non farla. E già questa cosa non mi è piaciuta. E' stata una sfida sentita ma corretta, battibecchi normali, ma alla fine non è successo nulla nonostante in palio ci fossero punti pesantissimi per noi come per loro. Non c'è stata alcuna polemica e non è vero che la società ha girato la faccia quando è venuto a salutarci”.

 

ORA SOTTO CON I PLAY OFF – Tolti questi sassolini, ora è il momento di pensare alla lotteria promozione. Il primo grande risultato del San Marco è stato qualificarsi direttamente per la finale dove il San Marco attenderà la vincente tra Real San Nicola e Molinara.

“Abbiamo portato a termine un grande percorso. Basti pensare che prima di Natale avevamo un distacco corposo e alla fine abbiamo distanziato la quinta di 11 punti. Ma non è stata una stagione facile, anche se qualcuno può pensare il contrario. Abbiamo perso in un colpo D'Amita, Varchione e Paoletti, un intero reparto difensivo. E così arriva la pesante sconfitta contro il Real San Nicola che avrebbe potuto farcene anche di più di gol. E' questa la nostra pecca. Abbiamo una rosa corta. Ma se siamo a questo punto è perchè abbiamo giocatori che si sono sacrificati tanto. Uno su tutti, Enzo De Caro, devo ringraziare la sua voglia e la sua esperienza che ci è stata di grande aiuto”.

 

OBIETTIVO DA NON FALLIRE - “Stiamo benissimo e francamente spero che in finale ci arrivi il Real San Nicola perchè vogliamo dimostrare che la sconfitta pesante subita in campionato è stato solo un incidente di percorso. Il calcio concede sempre una seconda possibilità. Non sarà facile, la squadra di Pinto rimane comunque attrezzatissima”.

 

SGUARDO AL FUTURO – Il futuro di mister Glorioso non è di certo legato al risultato sportivo, la sua esperienza glielo ha insegnato.

“Per ora non ci penso, voglio solo regalare questa grande gioia al presidente e alla società tutta. Peccato che questa squadra, che sta scrivendo belle pagine, non abbia un seguito e ambienti che non sono trascinati, ma quasi contrastati, non danno stimoli alla squadra. Eppure portiamo avanti il nome di San Marco. É un peccato che per una gara decisiva non ci sia neanche un tifoso a sostenerci. In questo modo è difficile fare calcio. Purtroppo, dopo anni di lotta per non retrocedere, quando si alza l'asticella, c'è bisogno di far venire giocatori da fuori, ma forse l'ambiente San Marco non ha accettato questo, non sente la squadra come una rappresentazione della propria realtà”.

Fabio Tarallo