Leone, quando la passione supera le barriere

L'incredibile storia del giocatore dell'Altilia Samnium

Solopaca.  

Il linguaggio del calcio supera qualsiasi barriera. Non ce ne sono tante di testimonianze, ma l'esperienza insegna che è così. Nel Sannio abbiamo già parlato delle gesta di Giorgio Zollo, talentuoso atleta sordomuto che sta scrivendo pagine importantissime nella sua carriera. Non è l'unico. La storia di Antonio Leone, difensore classe '92, dell'Altilia Samnium, merita di essere raccontata per capire che gli ostacoli sono fatti per essere superati e non per farsene travolgere. La sua esperienza comincia con qualche apparizione da under nel Serino, poi è cominciata una serie di porte sbattute in faccia senza un motivo, o forse con un motivo troppo scomodo da sbattere in faccia a un ragazzo giovanissimo che vuole coltivare la sua passione. La sordità, perchè questo è il problema di cui si parla, senza girarci attorno, ha rappresentato un ostacolo più per gli altri che non per lo stesso giocatore. La storia è andata avanti fino a quando l'Altilia Samnium, ad agosto di quest'anno, ha deciso di aprire le porte e dargli una chance. Le gerarchie andavano rispettate, questo è sempre stato messo in chiaro dal presidente Forgione e da mister Vitelli. Il problema è che òa qualità non va di pari passo con le gerarchie e quindi, a partire dalla Coppa fino ad arrivare all'ultimo turno di campionato, Leone ha collezionato il pienone di presenze e di minuti giocati. Non è stato mai toccato, né tantomeno messo in dubbio, è sempre risultato tra i migliori. Una storia che deve essere portata a conoscenza perchè deve essere da esempio per tutti quei giocatori che non assecondano una passione per un qualsiasi problema, ma anche da monito alle società che sono chiamate alla valutazione del giocatore e delle sue qualità umane o sportive, sicuramente non a essere giudici e manipolatrici della passione sportiva di un ragazzo.

Fabio Tarallo