C'è silenzio e silenzio. Ci sono squadre che provano a tenere nascoste le strategie e alzano la voce, lanciano il macigno nello specchio d'acqua in attesa del rumore fortissimo e della reazione delle altre. Ne è un esempio il Montesarchio. La squadra caudina ha sempre amato lavorare nel silenzio, nell'ombra, senza far uscire nomi, trattative o altro. Il boato si è sempre avuto a firma avvenuta. E' una strategia anche questa. C'è un altro tipo di silenzio che non promette nulla di buono. Un silenzio che è figlio della confusione, delle poche idee e anche per l'incapacità di reagire a determinate decisioni. Il tutto nasce quando si preferisce non parlare quando si devono raccogliere le idee e vedere se è il caso di ricominciare, se rimettere maggiore slancio nell'attività o lasciare tutto. E' questo il caso, con tutta probabilità, della Dionis Telesia.
Una delle protagoniste della scorsa stagione, la creatura di Telemaco Russo che aveva sorpreso tutti. La questione è che, anche un po' a sorpresa, è venuta meno la guida, quel mister Russo che ha lasciato la squadra telesina per approdare all'Acerrana. Un motivo di gioia per la Dionis, un orgoglio, ma anche una grande sorpresa. La società ha dovuto affrontare un problema che non era stato proprio preso in considerazione. E la situazione è andata peggiorando dopo la riunione che si è tenuta qualche giorno dopo. La bandiera bianca alzata dal presidente Verrillo, deluso dopo i fatti della sfida con la Virtus Goti, non ha fatto altro che mettere maggior dubbi nella testa di chi, invece, voleva proseguire in questo viaggio, anche con un progetto ridimensionato.
Invece di sciogliere questo dubbio sulla Dionis è calato un preoccupante silenzio. Non aiuta, fa pensare che brutti nuvoloni si stanno addensando sulla società telesina. Così come, forse, non aiuterebbe la nascita di una nuova realtà a Castelvenere. Più di una voce, questa, un'idea che sta circolando nel piccolo centro sannita. Una realtà staccata dal comprensorio che potrebbe attirare a se i giocatori del posto per far ricominciare una nuova scalata verso il calcio che conta. Ma stavolta con una denominazione precisa e con una caratterizzazione del territorio definita.
Fabio Tarallo