Dopo la lettera di Pino di Paola, terzo capitolo di questo botta e risposta, mister Pinto interviene nuovamente per rispondere ancora e lo fa attraverso i social network.
“Mi soffermo su un solo punto, che ritengo essere la chiave del nostro problema: la panchina. Caro capitano Di Paola, dal momento che hai messo in dubbio la mia parola sulla tua reazione post San Giovanni, sono pronto a qualsiasi confronto, pubblico o privato, con i testimoni dell'accaduto. Ti ricordo che hai espressamente detto al presidente Marco Puzio, nonché tuo cognato, che la tua permanenza a San Nicola sarebbe continuata solo se mi avesse cacciato via (gesto squallido che non si addice ad un uomo corretto e capitano quale dici di essere). Se hai dimenticato l'accaduto, ti porto alla mente che mi hai anche chiesto di non raccontare alla squadra quanto successo (probabilmente perché ti sei vergognato) ed io ho avuto rispetto perché ho subito perdonato il tuo gesto e, non avendo alcun rancore nei tuoi confronti, ti ho dedicato la promozione in prima categoria. Semmai dovessi avere ancora dimenticanze, concludo ricordandoti che il presidente, dopo quella famosa partita, ha chiamato alcuni elementi rappresentativi della squadra chiedendo loro di scegliere uno tra il mister e Pino di Paola. Detto ciò, non intendo più replicare, perché dopo aver raccontato la verità assoluta dei fatti, altre parole sarebbero superflue. Se sono arrivato a raccontare questi episodi incresciosi, è solo perché mi sto difendendo da un tuo attacco pubblico che un vero uomo avrebbe evitato parlando in privato con il diretto interessato. Probabilmente il tuo obiettivo è quello di mettere in cattiva luce la mia persona per giustificare il tuo gesto egoistico relativo all'abbandono della squadra che dici di portare nel cuore e di difendere contro chi gli fa del male. Del Piero, dopo aver fatto la storia della Juve, ha accettato la panchina per un anno senza fare polemiche e Zanetti non sarebbe mai andato al Milan”.
Fabio Tarallo