Una bellissima storia. Un brutto infortunio che ha bloccato di colpo la carriera, ma non la voglia di rimanere nel mondo del calcio. Troppo giovane per salutare la truppa, troppo giovane per accettare di non poter più gonfiare la rete come ha sempre fatto. E così, seppur con qualche timore, Rosario Motisi, alla fine, si è fatto trascinare dall'emozione, si è fatto guidare dal cuore e ha deciso di indossare una divisa e degli scarpini per tornare a giocare. Lo ha fatto nel Foglianise dell'amico Leo Martone e il nuovo esordio, come succede nelle storie più belle, è stato all'insegna delle emozioni e dei gol, ben due, giusto a far capire che il fiuto non si perde da un giorno all'altro.
“Una storia nata per caso – comincia il suo racconto l'attaccante – quando mister Martone, che già mi aveva allenato nel vecchio Foglianise, mi ha chiesto una mano per una gara visto che aveva solo Saviano nel reparto avanzato. In quel periodo mi stavo allenando da solo per rimanere in forma. Così quando Saviano è stato squalificato, mister Martone si è trovato in difficoltà e mi ha chiesto questo piacere annunciandomi pure che sarei partito titolare. E così ho accettato, ripagando la fiducia del mister con due gol”.
Di sicuro a Motisi mancava il ritmo partita ma non la voglia, non l'entusiasmo.
“Certo come esordio non posso lamentarmi anche se un po' ero arrugginito. Ora ho cominciato e quest'anno porterò a termine la stagione con la maglia del Foglianise, poi vedrò cosa fare. Il ginocchio si gonfia ancora alla fine di ogni gara. Purtroppo per eliminare completamente il problema dovrei operarmi nuovamente per ricostruire il legamento crociato che ha subito una parziale lesione. Ma per ora posso evitare lavorando molto sulla forza e questo mi permette di giocare al 60% delle mie possibilità”.
Il richiamo del campo è stato troppo forte ma la voglia di giocare ha superato la paura di farsi nuovamente male.
“La voglia di giocare c'è sempre stata, il problema è che il mio fisico è troppo debole e le ginocchia sono fragili. Nonostante questo ho voluto riprovarci e non nego che il giorno del nuovo esordio un po' di timore c'era. Non mi ha aiutato il fatto di sapere che avrei giocato sicuramente e poi mi conosco, non tiro mai il piede indietro. Infatti la seconda rete è proprio il frutto della caparbietà che mi contraddistingue, tanto che ho colpito al volo palla e piede dell'avversario rischiando di farmi male. Il tutto è stato velocemente dimenticato quando i miei compagni mi hanno travolto per la gioia. E' stata una dimostrazione d'affetto che non dimenticherò tanto facilmente”.
Bentornato Rosario.