«Non penso di aver sbagliato nella costruzione del Real»

Il direttore Rossano difende il suo operato con la società campolese

Campoli del Monte Taburno.  

La sua stagione non è arrivata al termine, l'esperienza con il Real Campoli si è chiusa anzitempo e, dopo questa, il direttore Rossano ha deciso di rimanere fermo. Una scelta personale, confermata con forza anche se le offerte non gli sono mancate e non gli mancheranno per la prossima stagione.

“Nel calcio – inizia l'ex direttore sportivo dei campolesi – sto facendo tutto o niente. A parte gli scherzi, comunque, resto fermo per una scelta personale. Poi va anche detto che, con la chiusura del mercato è molto difficile che un direttore sportivo possa rientrare in gioco. Non posso nascondere di aver ricevuto qualche chiamata in questi giorni ma per ora ho preferito non accettare. Possono considerare queste telefonate in prospettiva futura. Non potevo fare diversamente dopo l'esperienza di Campoli nella quale penso di aver fatto comunque bene costruendo una buona squadra”.

Questa considerazione non fa altro che aprire proprio il discorso Real.

“La prima considerazione è che non si vince un campionato di Seconda in un solo mese. Parliamo di un progetto nato molto prima, studiato a tavolino nei minimi dettagli. Ma il calcio non è una scienza esatta. Una persona può programmare un campionato e alla fine, per tanti motivi, può succedere di non rispettare i piani, cosa che sta accadendo in questo momento. Le dimissioni? Non sono la reazione dovuta a un fallimento, come ho sentito da qualche parte. Sarebbe stato più facile andare via da vincitore, ma una cosa è certa, non credo di aver operato in modo sbagliato, tutto è stato programmato. Ho lavorato incessantemente per questo campionato di Prima categoria, per la ristrutturazione di un assetto societario e per una certa squadra. Per questo penso di non aver sbagliato. Ho solo deciso di farmi da parte spiegando le mie motivazioni alla società”.

Il dubbio, però, è sorto spontaneo, va via Rossano, vanno via alcuni giocatori e ne arrivano altri comunque forti, la sterzata non c'è stata. E' lecito chiedersi, a questo punto, il problema dove sta.

“In queste circostanze sono tante le componenti che possono condizionare una stagione.Avevamo in mente un certo assetto per il Real in questa stagione ma un po' per infortuni, un po' anche per un pizzico di sfortuna, alla fine non è stato possibile mettere in campo tutte le nostre potenzialità. La considerazione ovvia è che sono andati via dei giocatori ma ne sono arrivati altri, segno che la rosa rimane ampia. Evidentemente ha solo bisogno di tempo, per questo non parlerei di demeriti o colpe nello specifico. Ci sono gli addetti ai lavori che guardano le partite e si sono fatti la loro idea sul Real Campoli”.

E l'amarezza aumenta quando si guarda al campionato che comunque dà possibilità a tutti di rientrare.

“Mi aspettavo una prima categoria qualitativamente più importante. Questo è un torneo nel quale non c'è un'ammazza – campionato. C'è spazio per tutti, o meglio c'è spazio per quelle sei – sette squadre che hanno qualcosa in più rispetto alla altre. Potrebbe esserci qualche sorpresa come il Paduli, ma la squadra di Mauro deve solo credere nelle proprie potenzialità per puntare in alto”.

Il direttore Rossano ha messo alle spalle questa esperienza che gli ha regalato gioie e dolori, è pronto per una nuova avventura.

“Mi fa solo piacere di aver ricevuto attestati di stima e questo nasce dal fatto che nel calcio non ho mai cambiato il mio modo di essere”.