«Il calcio è una parentesi chiusa»

Sandro Crisci non sembra avere ripensamenti: “Per ora è così, per il futuro vediamo”

Durazzano.  

Torna a parlare di calcio dopo tanto tempo. Il mondo sportivo non gli appartiene più, adesso ha ben altro a cui pensare, ha una carica di sindaco da difendere, una comunità, quella di Durazzano, da rappresentare. Ma interpellato sul mondo del pallone, non si tira certo indietro, gli interesse adesso sono altri, ma una passione non si spegne come si fa con una secchiata d'acqua sul fuoco. Quella, la passione, resta sempre. Inutile, però, chiedergli se un giorno tornerà, la risposta adesso è abbastanza scontata, prevedibile.

“Il mio rapporto col mondo del calcio – inizia l'ex presidente dell'Alba Sannio – è chiuso, fa parte di un periodo passato, una parentesi chiusa. Certo il calcio mi piace sempre, non posso negarlo, ma non ho tempo né disponibilità per stare sui campi e seguire le partite e poi sono anche dell'idea che bisogna lasciare spazio anche ad altre persone. Per ora è così, poi un giorno potrei anche tornare”.

Una condizione necessaria e sufficiente affinchè possa arrivare questo giorno è la presenza di una struttura sportiva. Crisci sa benissimo che senza, calcio non se ne può fare.

“Speriamo quanto prima di riuscire ad ottenere il finanziamento per il campo sportivo. Purtroppo la Regione Campania si riempie la bocca di tante chiacchiere ma quando è il momento di passare ai fatti non succede mai nulla. Tante volte il nostro comune è entrato in graduatoria per avere questi fondi, ma fino a questo momento non è successo praticamente niente. Con un campo può tornare la voglia, ma senza non c'è neanche lo stimolo a riprendere il discorso sport”.

Intervistare Sandro Crisci apre anche a un confronto sul calcio durante la sua gestione e quello attuale, ma, con tutta sincerità, ammette di non aver visto più gare di calcio dilettante.

“Questa è una fase nella quale, sportivamente parlando, è meglio riposare. Non vado sui campo, non vedo gare. E' come una forma di rigetto a uno sport al quale ho dato tanto ma che mi ha tolto tante energie per diverse situazioni. Per questo al momento non ci sono le basi per tornare in gioco. E poi c'è un altro fattore importante: per rimettere in piedi una società come la vecchia Alba, c'è bisogno della collaborazione di tante persone. Pensare di gestire tutto da solo è francamente impossibile”.

E l'Alba era anche la squadra nella quale hanno mosso i primi passi giocatori che attualmente fanno ancora la differenza, segno che Crisci e i suoi collaboratori hanno avuto fiuto nello scoprire ottimi giocatori. Uno di questi è Papa che domenica è andato in gol.

“Non lo scopro certo io. Si tratta di un atleta che faceva la differenza già con noi ed era giovanissimo. Ma in quella squadra non c'era solo lui. Ricordo già un forte Befi che che era titolare con noi come under e faceva già vedere bellissime cose”.

Quello era il periodo nel quale si faceva riferimento al presidente Crisci e a pochi altri come modello di ispirazione nella costruzione e nella gestione di una società.

“Quando sento dire una cosa del genere mi fa solo piacere. Certo qualcuno ne ha anche parlato male me credo solo per invidia o per togliersi i sassolini dalla scarpe. Il mio comportamento, però, è sempre stato corretto e leale verso tutti e questo alle persone è rimasto, ma la cosa importante è sentirlo dire dagli altri, non ha senso se a dirlo sono io. In quel periodo ho capito che il calcio dilettante è complicato. Stiamo vivendo un periodo economico molto difficile. Il calcio deve essere fatto bene oppure non ha senso. In passato anche i piccoli contributi, messi insieme, permettevano di poter pensare in grande, ora non più. Oggi trovare un imprenditore che dia una mano è complicato quando si devono fare i salti mortali per arrivare a fine mese”.

Non fa una grinza, il discorso attuale è proprio questo, anche se gli appassionati ancora ricordano e soprattutto premono affinchè il sindaco Crisci torni ad essere il presidente.

“Mi succede spesso quando sono in giro, persone che mi chiedono di tornare nel calcio. Forse ho lasciato un buon ricordo di me e del mio operato. Noi lavoravamo bene perchè c'erano le persone giuste. Penso, tra i tanti che porto sempre con me, a uno in particolare, Nicola Amoriello, che è stato capace di scoprire i migliori giovani e lanciarli. Elementi validi che, col tempo, sono arrivati anche in categoria professionistiche. Da solo avrei fatto poca strada, devo solo ringraziare chi mi ha dato una mano a rendere l'Alba il modello di riferimento e chi ancora ricorda il nostro operato con affetto e sincerità”.

Chi lo ricorda e chi lusinga Sandro Crisci perchè il calcio sarà anche una parentesi chiusa, ma una passione non può mai morire.