Carli: "Non è il mercato che ci farà vincere il campionato"

Ospite ad Ottogol, il direttore sportivo del Benevento ha parlato di tutto

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Benevento.  

Quando all'inizio del mercato invernale di calcio (avvio giovedì 2 gennaio 2025, chiusura 3 febbraio 2025) mancano appena 15 giorni l'argomento più caldo per un direttore sportivo è proprio quello inerente la possibilità di fare delle operazioni in quel lungo mese che apre il nuovo anno. Marcello Carli, ospite di Ottogol, ha parlato di tante cose. Una delle ultime è stato proprio il mercato in arrivo: “Il mercato ha tempi lunghi e folli – ha detto - sul discorso dei giovani che potrebbero andare in prestito, stiamo valutando. Per me e il mister Veltri è un ragazzo che deve crescere con noi, non pensiamo di mandarlo a giocare. Con quelli a fine contratto non ci siamo mai affannati, alla fine dell'anno faremo la nostra proposta, se gli piacerà rimarranno, altrimenti andranno da un'altra parte. Sui rinnovi non intendiamo iniziare trattative. Teniamo una linea con tutti, rinnovi solo a fine campionato. Abbiamo dei ragazzi seri, il fatto che siano a scadenza non li scompone”. Ma potrebbero esserci altre entrate? “Numericamente siamo tanti: Nardi non credo che prima di febbraio possa darci una mano, Pinato è già un giocatore diverso da quello che ci ha lasciato. Molto duttile. Con grande serenità dico che non so quello che accadrà, ma la nostra idea è quella di non toccare niente: sicuramente se non andrà via nessuno, non arriverà nessuno. Non ho mai creduto che il mercato di gennaio possa risolvere problemi. L'anno scorso è stato diverso, ma non è il mercato che ci farà vincere il campionato. Se i nostri ragazzi avranno un altro step di crescita, allora vinceremo, altrimenti sarà qual che sarà”.

LA PUNTA. Il rinforzo più “gettonato” nell'ambiente è un attaccante, magari strutturato. Sembra scontato che se manca Perlingieri non c'è un altro che abbia quelle caratteristiche. Carli la spiega così: “Abbiamo un allenatore bravissimo, per me ci sono almeno un paio di ragazzi che possono giocare da punta centrale. Ricordo Sarri quando a Napoli gli venne meno Higuain. Erano disperati, poi lui si inventò Mertens centravanti e sapete tutti come è andata a finire”. Il problema del Benevento è anche un organico troppo numeroso: “Siamo tanti davanti, il numero di una rosa è determinante perchè abbia dentro qualcosa di magico. Numericamente non siamo in condizione di prendere altri giocatori, creando una squadra più coesa e più forte. La competizione deve essere leale e onesta: io farei sempre una rosa con 22-23 giocatori al massimo. Non dico che non faremo niente, ma di certezze in questo momento non ne ho. Insomma in questo momento è presto, ma la nostra idea è quella di non fare mercato”.

Un flash sulle società in difficoltà (Turris, Taranto, ma anche Messina) e il paragone con il club di Oreste Vigorito che non ha mai avuto di questi problemi: “Solo chi ne parla dovrebbe essere radiato per la poca intelligenza. Serve rispetto, bisognerebbe ricordarsi che si parla di intere famiglie che sono in difficoltà. Noi dobbiamo fare sì che il nostro presidente si innamori sempre di più di quello che sta facendo per avere un futuro davanti a noi. Non dobbiamo perdere la strada maestra, è giusto parlare di mercato, però non perdiamo la strada che abbiamo intrapreso. Questa è l'unica che si può riportare ai livelli di prima”.

IL KO COL GIUGLIANO. “Non abbiamo fatto una buona partita, primo tempo molto didattici e poco pericolosi. E poi quando trovi squadre che si chiudono bene capita che arrivi anche l'episodio a vantaggio dell'avversario. C'è sempre un motivo quando l'episodio premia l'altra squadra, non abbiamo fatto una buona partita, siamo molto dispiaciuti. Avremmo voluto rimanere ancora imbattuti in casa nostra, ma abbiamo fatto una gara non del nostro livello. Siamo una squadra che vole fare un campionato importante, la sconfitta sarà un motivo di riflessione, ma si va avanti”. Alla fine, pur con tutte le occasioni fallite, la partita non è stata del solito livello: “Non mi addentro troppo nel fatto tecnico, ho parlato con Auteri e col presidente: non dico che siamo stati sfortunati, invece abbiamo giocato sotto tono, non abbiamo fatto la partita importante che ci serviva. Dobbiamo migliorare su tutto: questa è la nostra grande forza, perchè questa squadra ha grandi margini di miglioramento. Abbiamo il dovere di provarci, sono d'accordo che sabato siamo mancati in diverse cose. Non è un'accusa, ma ci sono rimasto male perchè i ragazzi potevano fare di più e quando si può fare di più vuole dire che si è sbagliato”.

ACAMPORA. “Credo che Acampora – dice ancora Carli - debba dare di più: il mister sta lavorando perchè questo ragazzo diventi un valore aggiunto. Ci sta che alcuni giocatori singolarmente non hanno giocato una grande partita. Quando il singolo rende quello che deve rendere il collettivo funziona. Acampora può diventare un giocatore forte, Simonetti ha grande intensità, quello che è mancato è stata la fase di transizione. Quando fai bene questa fase non fai giocare bene gli altri. Noi non siamo stati bravi a pressarli alti e a sporcargli la partita. A noi è mancata quell'aggressione vera che ci ha fatto perdere ritmo”. Molti si nascondono ancora, ma il torneo è pieno di squadre ambiziose: “Qui ci sono almeno 5-6 squadre che vogliono vincere il campionato e anche il Benevento cercherà di farlo. Non credo ci sia una squadra che in questo momento possa fare il vuoto. Ultimamente la nostra è stata meno pimpante, meno briosa, quindi dobbiamo alzare il livello, anche se non si possono vincere tutte le gare 4-0. Ho sentito dire che a Trapani si è vinto, ma non si è giocato come si doveva. Credo che la squadra stia facendo bene, ma se vogliamo vincere il campionato dobbiamo crescere tantissimo. Siamo felici di essere primi, non di come è finito il girone d'andata. L'essere giovani non ci deve togliere le responsabilità, quando si perde non va bene”.

IL BILANCIO. Carli difende il progetto giovane voluto fortemente dal presidente Vigorito: “Se facciamo giocare i giovani è perchè pensiamo che siano bravi. Il presidente al minutaggio non ci pensa neanche. Perlingieri ha avuto questa parentesi della Nazionale da cui non è tornato benissimo. Ma gioca perchè bravo, come lo è Nunziante: non è che un intervento non perfetto lo faccia diventare meno bravo. Ha margini di miglioramento esponenziali, ha appena 17 anni. Questo è quando hai dei ragazzi giovani: se non hanno margini di miglioramento loro. Questo campionato si risolverà nella parte finale, e allora arriverà un altro campionato, quando ci “saranno le margherite”: ora è un altro torneo, partite un po' più sporche. A volte sono d'accordo anch'io che qualche partita sporca la soffriamo. Ma il bilancio a ora è positivo, siamo primi. Non sarà sufficiente per vincere se non facciamo un altro step”. Chi parteciperà alla lotteria per vincere? “Dal Crotone in su, ma anche dalle squadre a 27 (Catania, Picerno, Trapani) il campionato è aperto per tutti. E anche per questo sarà dura fare punti con tutti. La quota per vincere sarà più bassa degli altri gironi. Questo è livellato verso il basso? Ma chi lo determina questo? E allo perchè la Juve Stabia è sesta in serie B? Per vincere ci vuole grande spirito di sacrificio, qualità morali e tecniche. Sono proprio quelle che servono nel girone C di serie C”.