In tre, Turris, Taranto e Messina, attendono le scadenze del fisco come una mannaia che può abbattersi sul proprio collo. E' la solita tragicommedia all'italiana, che coinvolge il calcio delle piccole città (soprattutto del Sud) ma avviluppa nei propri gangli anche chi non ha alcuna colpa ed ha seguito alla perfezione tutte le regole. Ve le ricordate in estate le parole entusiastiche dei dirigenti della Figc? Avevano individuato insieme agli ineffabili tecnici della Covisoc una sola squadra da smantellare, l'Ancona. Il resto? Tutto perfetto. Conti, fideiussioni, garanzie di ogni specie. Nessun allarme.
Dopo neanche tre mesi tutto si è capovolto. In tre rischiano di essere radiate, di non terminare il campionato, di falsare come sempre questa manifestazione che sta diventando un'amara barzelletta per lo sport italiano.
Ora tutti a strepitare (come tre anni fa, come due anni fa, come l'anno scorso...) che serve una riforma. Certo che serve una riforma! Un bel taglio netto, che lasci nel mondo dei dilettanti almeno il 60 per cento delle attuali società di serie C. Chi non ce la fa a seguire le norme dello Stato, torni a far parte del mondo dilettantistico, ne guadagneranno tutti in serietà.
Non sappiamo come andrà a finire, ma alcune situazioni sembrano irrimediabili. Una volta proprio per falsare di meno i campionati, si aspettava la fine del girone d'andata. Se la radiazione avveniva in quello di ritorno i risultati del girone ascendente venivano convalidati e in quello discendente le società escluse si vedevano assegnare tutte sconfitte a tavolino. Neanche quella era una norma perfetta, ma forse i campionati ne uscivano meno falsati. Oggi la legge è stata abrogata: a chi viene escluso, viene di fatto cancellato tutto ciò che ha fatto anche nel girone d'andata. E nel pieno “trionfo dello sport” vengono colpite anche quelle squadre che hanno battuto fino a quel momento le società escluse, che dovranno rinunciare a quei punti conquistati sul campo. Chi ci guadagna? Chi ci aveva perso, a cui non c'è nulla da togliere e ai quali la sconfitta si tramuterà in un vittoria a scoppio ritardato. Un'altra barzelletta, quella che fa meno ridere di tutte.