La reazione migliore come sempre l'hanno avuta i tifosi presenti a Picerno: bandiere al vento, quella con l'effigie di Imbriani sventolata da capitan Berra e quel coro ormai iconico: “Che vinca o che perda noi siamo sempre qua”. E' una lezione di sport per quegli sportivi intolleranti, che non accettano neanche una sconfitta. Lo sport è questo: si vince e si perde, si esulta quando le cose vanno per il meglio, si riflette sugli errori quando si scivola su una buccia di banana.
E bisogna farlo in fretta, perchè il campionato non aspetta nessuno. Domenica c'è il derby con l'Avellino: a chi potrebbe giovare fare una settimana di mugugni e lamenti? Il Benevento sa dove ha sbagliato ed è pronto a rimettere insieme i cocci per riprendere subito la strada interrotta.
Dopo la ripresa di ieri per chi non aveva giocato, oggi la squadra ha osservato un turno di riposo. Domani pomeriggio si ricomincia a lavorare.
Alla quindicesima di andata nessuna partita può essere etichettata come decisiva. Ma queso derby vale almeno quanto tre partite senza etichetta: vincerlo darebbe una forza immensa e consentirebbe un altro pieno di autostima da parte di una squadra che presenta qualche handicap sul piano della concretezza e dell'agonismo. Giocare su un campo piccolo come il Curcio di Picerno è complicato per tutti, figuriamoci per una squadra giovanissima come il Benevento abituata a palleggiare tantissimo, a manovrare in ampiezza e a privilegiare la giocata tecnica a quella prettamente agonistica.
Contro l'Avellino si gioca al Vigorito, su un campo ampio e dal fondo pressoché perfetto. Dovrebbero essere tutti vantaggi per la strega, che di fronte però si ritrova una squadra esperta, che sa usare al meglio l'agonismo e che non perde tempo nel palleggio, ma verticalizza il più velocemente possibile. L'esperienza, è inutile sottolinearlo, è dalla parte irpina. L'esuberanza giovanile da quella giallorossa.
Auteri prima della sfida di Picerno aveva catechizzato i suoi sui ritmi da tenere: “La tattica serve a poco, occorre avere sempre ritmi alti”. Sul perimetro in miniatura del Curcio ha avuto la meglio l'abitudine agli spazi stretti della squadra di Tomei, che li sa ridurre ulteriormente con il suo pressing e il gioco corto. Una lezione che dovrà servire per il futuro quando si affronteranno squadre dalle stesse caratteristiche. Il Benevento dovrà crescere in esperienza e in agonismo. Essere in vetta alla 14a giornata non è una grazia ricevuta, ma il processo di crescita dovrà continuare di pari passo con l'incedere del campionato.