Nando Orsi è uno degli opinionisti più apprezzati nel panorama televisivo italiano, prima a Mediaset, ora a Sky. Romano, 64 anni, una vita spesa tra i pali di una porta, a Siena, Parma, Lazio, Arezzo. Totale 90 partite in A, 126 in B e tante altre in C. Una carriera lunga anche da allenatore, dalla Lazio (preparatore dei portieri con Eriksson), all'Inter (secondo di Mancini), fino al Livorno in A da “primo”. Ad uno con la sua esperienza, ospite di Ottogol martedì, non gli si poteva non chiedere dell'incertezza del giovane Nunziante in avvio di Benevento-Juventus Next Gen. “Quando facevo l'allenatore dei portieri della Lazio - ha raccontato Orsi - ogni tanto Eriksson mi chiedeva di visionare qualche ragazzo. Io mi facevo mandare i Dvd con i loro errori, non quelli delle parate: è il modo migliore per capirne le qualità tecniche”.
Veniamo all'errore del giovane giallorosso: “Se mi avessero mandato un dvd col gol come quello preso da Nunziante, non lo avrei neanche preso in considerazione: quello non è un errore tecnico è una papera, un gol come lo prende chi ha venti anni di esperienza e chi niente. E poi se i portieri non sbagliano come crescono? La personalità di un portiere è prendere un gol e poi continuare a giocare come se niente fosse e riprendersi subito. Un portiere è sempre da solo e l'errore è dietro l'angolo”. La natura dell'errore di Nunziante, dunque, non è sicuramente tecnica: “Quello è un infortunio non un errore tecnico, sarebbe stato peggio se ci fosse stato un cross in cui si sbagliava l'intervento, il tempo, la traiettoria. Se si fosse fatto anticipare. E' un errore che non intacca il percorso di crescita di un portiere del 2007. Nel secondo tempo ha fatto quella grande parata e tutto si è risolto”. Orsi chiude con la sua tesi sui compagni che vanno a rincuorare un portiere che sbaglia: “Dopo un errore, penso io, la cosa peggiore è che arrivi un compagno a rincuorarmi: così accadeva a me. L'applauso del pubblico è giusto, ma quello dei compagni forse andrebbe evitato. Gesto sincero, ma non importante”.