(f.s.) Con Angelo Forgione, scomparso l'8 giugno a 94 anni, se ne va probabilmente l'ultimo pezzo di un calcio che ormai solo qualche vecchio ritaglio di giornale può raccontare. Forgione arrivò alla Sanvito nel 1956/57 quando aveva già 26 anni e aveva già giocato con formazioni come il Latina e il Marcianise. La società beneventana, che aveva assorbito il Benevento fallito qualche anno prima (52/53) era stata rifondata dal presidente Licurgo Bartalucci, che dirigeva la “Laterizi Sanvito” e ne aveva fatto quasi senza accorgersene una squadra competitiva anche per un campionato di serie D, come lo era in quegli anni. Forgione fece parte della gloriosa Sanvito nei cosiddetti anni d'oro, quella che vestiva una strana maglietta rossonera a strisce verticali. La stagione migliore nel 1959/60, quando vinse il campionato di serie D con un vantaggio di ben 8 punti sulla seconda in classifica (la nuova Cisterna) e arrivò a partecipare per ben due stagioni di seguito alla serie C composta da squadroni come Foggia, Reggina, Lecce, Pescara, Taranto, Salernitana. Il terzino solopachese inanellò presenze su presenze (certamente più di 200 in nove anni continui di attività con la maglia del Benevento, probabilmente il giocatore con maggiori presenze) fino a diventare giocatore-allenatore nella stagione 64/65 e poi solo allenatore in quella seguente. Uscì di scena dal Benevento nel 67/68 ben 11 anni dopo la sua venuta nella città delle streghe.
Angelo Forgione non ha mai lasciato il calcio, allenando poi nel mondo dei dilettanti campani, tra gli altri Montesarchio, Torrecuso, Cervinara, Amorosi e Cerreto. Inutile dire che la sua scomparsa è un momento triste e di lutto per il Benevento Calcio.
Nella foto la Sanvito della stagione 1958/59: Forgione è il penultimo in piedi da sinistra tra l'ala Firicano e il portiere Lombardi