(frasan) “Tutti sappiamo tutto di tutti”. Non è uno scioglilingua, ma il compendio della conferenza di Gaetano Auteri, che aspetta questo retour match della semifinale play off con la calma dei nervi distesi: “Non sarò certo io a trasferire preoccupazioni ai ragazzi”. Ne ha viste tante, anche se questa ha connotati diversi: c'è in palio una finale play off, quella che vale la promozione in serie B. Proprio all'ombra della Dormiente ne ha conquistata una otto anni fa. In maniera diversa, certo, ma poi le vittorie sono tutte uguali.
Bisogna ribaltare un risultato, che sul piano numerico è quello minimo, ma che diventa un'impresa quando si valuta la forza dell'avversario: “Non siamo meno forti di loro...”, si impettisce don Tano. Che dà la sensazione di non voler cambiare molto, almeno nell'undici di base. “A volte mi dicono che faccio giocare sempre gli stessi, poi magari qualcun altro afferma che invece cambio troppo. La verità è che l'abbiamo preparata bene e siamo pronti. Noi vogliamo andare avanti e conquistare questa finale”. Il tecnico di Floridia sa mantenere l'aplomb di sempre, prova a non farsi prendere dall'ansia: “A che serve? In questo tipo di partite, le condizioni di equilibrio sono sostanziali. Essere dominanti in tutta la partita è praticamente impossibile”.
La formazione? Ha un'altra seduta di allenamento domani mattina, ma l'impressione è che le scelte le abbia già fatte. Rientra Nardi al posto di Agazzi, forse gioca Pinato inizialmente come elemento tra le linee. Non lo anticipa affatto, lascia tutti nel dubbio. Può esserci anche una staffetta con Perlingieri, che non ha i novanta minuti nelle gambe. Sostanzialmente si capisce che non abbia voglia di cambiare molto. Stima tanto Meccariello e Terranova, ma i due “highlander” della difesa partiranno ancora dalla panchina.
Si gode la soddisfazione di aver riportato tanta gente allo stadio: “C'è un grande afflato tra la squadra e i nostri tifosi”. E dice che questo è un primo obiettivo centrato. Ma che non ha alcuna intenzione di ritenersi appagato: “Noi vogliamo andare avanti”. La voglia c'è, la determinazione pure. Con la spinta dei diecimila sigli spalti tutto può accadere.