(frasan) E' finita come era iniziata. Con una sconfitta. Che per alcuni può essere accettata senza drammi, per altri è ritenuta una catastrofe. La verità sta nel mezzo e l'ombra più cupa su questo ko del Cibali viene dal timore che il Collegio di Garanzia del Coni cambi le carte in tavola scritte recentemente dalla Corte di Appello Federale sul caso Taranto. Il -4 inflitto e confermato dalla Caf alla squadra jonica dovrebbe essere stato “blindato” dalla sentenza di quei giudici, ma in Italia la certezza della pena è una delle cose più aleatorie che possano esistere. Per cui da questo momento in poi può accadere di tutto. Anche che vengano restituiti dei punti al Taranto, che avrebbe addirittura la possibilità di agganciare il secondo posto se il Coni dovesse ridare agli jonici l'intero bottino sottratto (il -4 è la sanzione comminata a fronte di 129mila euro non pagati per Irpef e contributi Inps con scadenza dicembre). Per il Benevento il pericolo incombe se la restituzione dovesse superare il punto (a quota 66, i giallorossi sarebbero agganciati dai pugliesi, ma sarebbero sempre terzi per gli scontri diretti). Il ricorso del Taranto, dunque, terrà sulla graticola i sanniti fino al pronunciamento del Collegio di Garanzia del Coni, ma potrà avere anche altre conseguenze, una delle quali è il rinvio della disputa dei play off che dovrebbero iniziare il prossimo 4 maggio. Un bel guazzabuglio, come si vede. Tutto nella consolidata tradizione del calcio (e non solo) italiano.
Dicevamo di quest'ultima partita di Catania. Era più che legittimo tenere fuori i “diffidati”, anche se ad un certo punto la squadra giallorossa ha assunto in parte le sembianze di una formazione giovanile (Viscardi, Carfora, Perlingieri, 57 anni in tre) e in parte quella di un “Benevento 2” (senza i diffidati, Paleari, Capellini, Nardi, Talia, Ferrante, senza gli infortunati Ciciretti e Improta, con Pinato “risparmiato” e tenuto in panchina, e dopo 20' anche senza Pastina). E' accaduto come contro il Cerignola: la squadra non ha sopportato lo stravolgimento abbondante di uomini. Ha dimostrato che può reggere uno o due avvicendamenti, non un completo rifacimento della formazione. Troppo a sprazzi nel primo tempo, troppo debole nella ripresa. Si sapeva che questa di Catania sarebbe stata una parentesi: poteva andare meglio se si fossero commessi meno errori, ma, crediamo di non sbagliarci nel dire che il gap tra la formazione titolare e quella che è scesa in campo al Cibali esiste, eccome.
E' il momento di guardare avanti. Con maggiore serenità. I play off, da qualunque parte si guardino, restano una lotteria. Per chi arriva secondo o per chi vi entra da decimo. I pronostici sono la cosa più astratta che possano esserci al riguardo: una squadra su 28 farà festa, ai nastri di partenza ognuna avrà il 3,5 per cento di possibilità di farcela. Affrontarli senza mugugni e con uno spirito positivo può servire. Tutto il resto è in mano al destino.