(f.s.) L'avevamo dimenticato. In serie C si entra a piedi uniti, in qualunque settore ci si trovi. Vale per il campo di gioco e anche per tutto quello che accade fuori. Chi sta zitto può solo subire torti e porgere l'altra guancia. E' accaduto nella sfida contro l'Avellino, le cui ammende sono state assolutamente capovolte. Sembrava si potesse per così dire applicare il conto della lavandaia, non occorreva certo il giudice sportivo: i tifosi biancoverdi avevano lanciato in campo complessivamente “19 petardi di forte intensità e 21 bengala (arrecando ovviamente danni al terreno di gioco e sottoponendo a rischi chi era sul campo, compreso i bambini della coreografia), esposto uno striscione 3 metri per 3 raffigurante un QR-Code, che inquadrato con cellulare scaricava una foto oscena, danneggiato 5 seggiolini nel settore loro riservato”. Questo è valso un turno di chiusura al settore della Curva e mille euro di multa.
I tifosi giallorossi, che si sono visti raddoppiare la pena pecuniaria (duemila euro), avevano gettato sul campo “due petardi di forte intensità e due fumogeni”. E avevano esposto “due striscioni ritenuti offensivi per i tifosi avversari, comportando denigrazione o insulti per motivi di origine territoriale”. E qui ci sarebbe da aprire una parentesi grande quanto un articolo: si è parlato a lungo in passato, anche in sede di Federazione, di quale sia la linea di demarcazione tra l'insulto e la discriminazione. E' risaputo che nessuna norma dell'Uefa e della Fifa menzionino la discriminazione territoriale. Non ci dilunghiamo, ma il Qr-Code che per qualcuno è da definire geniale, può essere una nuova frontiera dell'insulto becero. Nell'era dei telefonini, nulla si può nascondere, men che meno una foto oscena. E siamo certi che conti più la cosiddetta “discriminazione territoriale” che il becero insulto?
Ad Avellino nel frattempo si sono fatti sentire anche dopo la sfida con la Lucchese. Perinetti, con garbo, ha usato parole pesanti nei confronti di arbitro e guardalinee: “Non tutto va come deve andare e al Partenio la cosa mi preoccupa. Ho il sospetto che arbitrare ad Avellino a tutela della squadra ospite sia diventata un'abitudine. Non siamo contenti della direzione arbitrale (Lovison di Padova), senza parlare della prestazione del guardalinee principale, signor Nigri di Trieste, che ha sbagliato tutte le chiamate. Gli auguro di riprendersi presto. E' stato un arbitraggio permissivo e impreciso”.
Ora arriva anche notizia del parere negativo da parte del Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazione sportive) sulla possibilità o meno da parte dei tifosi giallorossi di partecipare alla trasferta di Latina. L'ultima parola spetterà alla Prefettura di Latina, ma appare difficile che si ignori la linea indicata dal Comitato. Considerati i precedenti per nulla tribolati di questa sfida in terra pontina, si fa fatica a capire il perchè del parere negativo (si parla di presunti incidenti tra tifosi sanniti e torresi avvenuti due settimane fa in autostrada, ma dei quali si sa davvero molto poco). Non è un momento felice per l'ambiente giallorosso, in troppi casi si respira aria di ingiustizia.