Quando la "giustizia" sportiva dimentica di essere equa...

Al Benevento un'ammenda superiore a quella comminata all'Avellino: viene da ridere...

quando la giustizia sportiva dimentica di essere equa
Benevento.  

(f.s.) Più si va avanti e più ci si convince che l'Italia sia la nazione delle riforme pensate e mai fatte. Quella della giustizia “tout court” e magari anche quella che riguarda il mondo dello sport. Pene blande per tutti, fino a che non ci sarà il fatto grave (magari quando ci scapperà il morto...) e tutti saranno pronti a fare la morale. 

L'altra settimana gli scontri tra i tifosi della Casertana e quelli del Foggia, con un supporter campano lasciato a terra svenuto, sono costati un turno a porte chiuse per le due squadre. Questa settimana è toccato al derby di casa nostra, quello tra Benevento e Avellino. L'arbitro ha annotato meticolosamente tutto quello che è accaduto: il lancio di “sette petardi di forte intensità e dodici bengala” solo all'inizio della gara (con i bambini impiegati per la coreografia ancora a bordo campo) con conseguente rinvio del fischio di inizio di ben 8 minuti. Poi tutto il resto, fino alla trovata del Qr-code pornografico, che evidentemente gli ispettori della Lega hanno decodificato. Danni all'erba dello stadio e pure ai Led, seggiolini divelti oltre a “sette bengala e otto petardi di forte intensità” lanciati anche in occasione del gol segnato. L'integerrimo giudice sportivo dell Lega Pro ha sanzionato tutto questo con mille euro di multa e la chiusura della curva (non dello stadio... i tifosi dell'Avellino andranno comodamente nei distinti...) per un turno. 

Pene blande, che sembrano quasi un invito a reiterare questi comportamenti alla prossima occasione. Il bello è che in quel derby lo stesso Giudice sportivo ha trovato il modo di comminare al Benevento un'ammenda di 2.000 euro (“A per fatti contrari alle norme in materia di ordine e di sicurezza e per fatti violenti commessi dai suoi sostenitori, posizionati nel Settore Curva Sud, integranti pericolo per l’incolumità pubblica, consistiti nell’aver lanciato, al 1° e 69° minuto della gara, due fumogeni nel recinto di gioco e, al 1° e 3° minuto della gara, due petardi di forte intensità nel recinto di gioco, senza conseguenze; 

B) per avere i suoi sostenitori, dal 25° al 28° minuto del secondo tempo, esposto, due striscioni (dalle dimensioni di circa 8 metri il primo e 12 metri il secondo) contenenti frasi offensive e insultanti nei confronti dei tifosi avversari che, direttamente o indirettamente, hanno comportato offesa, denigrazione o insulto per motivi di origine territoriale. Ritenuta la continuazione, misura della sanzione in applicazione degli artt. 13, comma 2, e 25, comma 3, e 26 C.G.S., valutate le modalità complessive dei fatti e considerato che non si sono verificate conseguenze dannose (r. Arbitrale, r. proc. fed., r. c.c.)”. 

L'equità di giudizio non sembra essere prerogativa del giudice sportivo della Lega Pro: non serve tornare sulla differenza tra i comportamenti delle due tifoserie che è stato sotto gli occhi di tutti. Verrebbe veramente da ridere, se non ci fosse che da piangere per tutto questo. Un bruttissimo esempio per tutti, per i giovanissimi che erano scesi inizialmente sul terreno di gioco, ma anche per quegli spettatori che erano arrivati allo stadio per assistere ad una bella serata di sport. E sono stati, loro malgrado, costretti a presenziare ad uno spettacolo penoso sul piano della correttezza.